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L’accordo di Montréal prepara un tetto alle emissioni di CO2 degli aerei

Parte domani la conferenza di Montréal per raggiungere un accordo globale sui livelli di emissioni dei voli commerciali. Ma il compromesso è già al ribasso: il patto non sarà vincolante per i primi 5 anni

L’accordo di Montréal prepara un tetto alle emissioni di CO2 degli aerei

 

(Rinnovabili.it) – Un limite alle emissioni di CO2 prodotte dai voli commerciali in tutto il mondo. È l’obiettivo della conferenza di Montréal in programma da domani fino al 7 ottobre, dove gli Stati cercheranno di trovare un accordo su questo punto, a suo tempo lasciato fuori dall’accordo di Parigi sul clima proprio perché particolarmente spinoso.

L’accordo è appoggiato politicamente dai due più grandi inquinatori mondiali Stati Uniti e Cina, e dagli Emirati Arabi Uniti e prevede di bloccare l’aumento dell’inquinamento aereo ai livelli del 2020, entrando in vigore a partire dal 2021. A dimostrare quanto sia complesso raggiungere un’intesa su scala globale, basta considerare quanto sia poco ambiziosa la soglia fissata. E non è tutto. Infatti la proposta iniziale è stata modificata più volte, diluita nei contenuti e procrastinata nel tempo.

 

Così il documento in discussione a Montréal da domani, all’assemblea dell’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile dell’Onu (ICAO), prevede che per i primi 5 anni l’adesione sia volontaria: ogni Stato si può sfilare in qualsiasi momento. L’accordo dovrebbe invece diventare obbligatorio e vincolante solo a partire dal 2027. Per il momento sono 55 (sui 191 membri dell’ICAO) i Paesi che hanno annunciato di volersi sedere al tavolo delle trattative.

I voli commerciali sono responsabili dell’11% delle emissioni di CO2 prodotte dal settore trasporti a livello globale. Se l’accordo entrasse in vigore così com’è adesso, costerebbe alle compagnie di volo meno del 2% dei loro introiti annui. Secondo stime dell’ICAO, nel 2035 il costo starebbe in una forbice compresa tra i 6 e i 24 miliardi di dollari. La cifra, estremamente bassa, segnala due fatti. Il primo è che, nonostante sia il primo patto del genere, si pone degli obiettivi per il clima davvero minimi. Il secondo, per converso, è che ha buone probabilità di essere approvato. Insomma il compromesso – come quasi sempre – è al ribasso. Si tratta ad ogni modo del primo accordo del genere a livello globale, e potrebbe servire da modello anche per altri settori dei trasporti, quello navale in primis.