Le emissioni di questo metallo tossico provenienti dalle miniere d'oro sono oggi notevolmente superiori a quelle segnalate nel 2008
Il Global Mercury Assessment 2013 afferma che l’aumento dei prezzi del pregiato minerale è alla base della rinnovata vivacità d’estrazione da parte delle piccole imprese. A ciò si aggiunge il progressivo processo di industrializzazione che ha investito l’Asia trasformando questo continente nel più grande emettitore di mercurio al mondo (poco meno della metà di tutte le emissioni globali), aggiungendo altro peso sulla bilancia ambientale.
Lo studio UNEP valuta, per la prima volta ad un livello globale, le quantità di mercurio che dalla terra vengono rilasciate nei fiumi e nei laghi, elemento fondamentale se si considera che gran parte dell’esposizione umana avviene attraverso il consumo di pesce contaminato. Dall’analisi effettuata risulta in realtà che le emissioni siano rimaste relativamente stabili nel corso degli ultimi venti anni, rimanendo entro le 2mila tonnellate per quello che concerne la produzione umana. Si stima inoltre che circa 200 tonnellate di mercurio si depositano ogni anno nella regione artica, in genere lontano da dove ha avuto origine. Gli studi hanno dimostrato un aumento di dieci volte dei livelli di mercurio in alcune specie di fauna selvatica del luogo negli ultimi 150 anni, dovuto principalmente, si pensa, all’attività umana.