Altro che carbon neutral, i grandi bacini artificiali emettono ogni anno la stessa quantità di metano di un paese come il Canada. Ma non sono ancora contate tra le cause del riscaldamento globale
(Rinnovabili.it) – I grandi bacini artificiali non sono affatto “carbon neutral”: danno un contributo importante al riscaldamento globale, poiché le mega dighe sono una delle fonti finora più sottostimate di gas serra. È la conclusione a cui arriva una ricerca condotta dall’università dello Stato di Washington e pubblicata di recente sulla rivista BioScience. Secondo gli scienziati, infatti, sono responsabili di ben l’1,3% dei gas serra prodotti a livello globale, ovvero l’equivalente di 1 miliardo di tonnellate di CO2 l’anno. Per avere un termine di paragone, si tratta di una quantità più alta delle emissioni annuali dell’intero Canada.
Le emissioni sotto analisi non sono però tanto quelle di CO2, quanto piuttosto quelle di metano (che ha un potere climalterante 34 volte maggiore), di cui le mega dighe sono una fonte importante. Grazie alla meticolosa raccolta di dati portata a termine dai ricercatori è emerso che l’ammontare di queste emissioni è del 25% maggiore di quanto si pensava fino ad ora. I grandi bacini artificiali, concludono gli scienziati, incidono sul riscaldamento globale esattamente come la combustione di biomassa, e per questo motivo dovrebbero essere incorporati nelle stime sulle emissioni globali elaborate dall’IPCC, l’organismo delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici.
Ma da dove provengono queste emissioni? A differenza dei corsi d’acqua naturali, le mega dighe comportano l’inondazione di vaste aree e della vegetazione che le ricopre. Proprio dalla decomposizione di questa grande quantità di materia organica hanno origine CO2, metano e ossidi di azoto. Nei bacini sedimentano inoltre tutti quei residui organici trascinati dai corsi d’acqua che li alimentano, aumentando i gas sprigionati.
La ricerca dell’università canadese è la prima a fornire dati e stime accurate su questo aspetto dell’impatto ambientale delle mega dighe, di fondamentale importanza per sviluppare adeguate politiche sul clima. Un impatto che si va ad aggiungere a quelli già noti, come i danni alla biodiversità fluviale su uccelli, mammiferi, anfibi, rettili, invertebrati, il cui habitat viene drasticamente modificato, e i problemi legati al rispetto dei diritti umani delle popolazioni indigene che abitano le terre occupate dai nuovi bacini.