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Mai vista una simile fusione dei ghiacci in 1.500 anni

Le nuove misurazioni effettuate dalla NOAA non lasciano spazio a dubbi: la fusione dei ghiacci in Artico è oggi un tema cruciale per tutto il pianeta

fusione dei ghiacci

 

La fusione dei ghiacci prosegue a ritmi vertiginosi

 

(Rinnovabili.it) – Il permafrost nell’Artico si sta sciogliendo più velocemente che mai, con ricadute potenziali su tutto il pianeta. Lo afferma il nuovo Arctic Report Card, il rapporto annuale della NOAA dal quale emerge un dato più preoccupante degli altri: il tasso di fusione dei ghiacci nella regione artica non ha eguali negli ultimi 1.500 anni.

Sebbene nel 2017 l’aumento delle temperature sia stato leggermente più contenuto che nel 2016, gli scienziati restano preoccupati perché la regione polare si sta riscaldando due volte più velocemente del resto del mondo e ha raggiunto un livello che non ha precedenti nell’era moderna.

«Quello che succede nell’Artico non rimane nell’Artico ha detto il campo della NOAA, Timothy Gallaudet – Colpisce il resto del pianeta. L’Artico ha un’enorme influenza sul tutto il mondo».

 

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I dati raccolti sul permafrost mostrano che il terreno ghiacciato su cui sono costruiti molti edifici, strade e reti di tubature, ha raggiunto lo scorso anno temperature record, talvolta superando il punto di scongelamento. Questo significa che potrebbe presto presentarsi un grave problema di vivibilità della regione, che costringerebbe a spostarsi intere comunità che non possono più contare su un terreno stabile sotto i piedi.

Il ghiaccio marino artico di solito si restringe a settembre, ma gli scienziati si sono detti preoccupati per ciò che accade in inverno, specialmente a marzo, quando il ghiaccio marino dovrebbe raggiungere la massima estensione. Nel 2017 rischiamo un record negativo da quando si sono iniziate le misurazioni, nel 1979. Circa il 79% del ghiaccio marino artico oggi è sottile e ha solo un anno di vita. Nel 1985, il 45% era denso e più vecchio.

La ricerca ha indagato la storia della regione artica utilizzando “carote” di ghiaccio, fossili e coralli. I risultati dicono che le temperature oceaniche dell’Artico sono in aumento, e il livello dei ghiacci marini sta scendendo a ritmi mai visti. E che guarda caso, questi drammatici cambiamenti coincidono con il forte aumento dei livelli di anidride carbonica nell’aria, cioè con le attività umane.