I reati contro il mare sono cresciuti del 27%, soprattutto nelle regioni del sud. Legambiente: "Approvare al più presto la legge sugli abbattimenti degli ecomostri"
(Rinnovabili.it) – Crescono in modo preoccupante i reati contro il mare, seguiti dalle infrazioni legate al ciclo del cemento tra ecomostri e abusi edilizi, e dal persistente marine litter. È la fotografia delle nostre coste scattata da Legambiente nel dossier Mare Monstrum 2016, presentato questa mattina. A denunciare la cattiva gestione dei litorali e delle acque da domani sarà anche Goletta Verde, che salperà da Genova per concludere il tour della penisola con l’ultima tappa di Grado, a Ferragosto.
I dati del rapporto fanno emergere pienamente l’urgenza di rispondere in modo efficace e arginare questi tipi di crimini ambientali. In termini assoluti i reati contro il mare rilevati da forze dell’ordine e capitanerie sono cresciuti ben del 27% nel corso del 2015. Per rendere l’idea, le infrazioni ammontano a 2,5 per ogni chilometro di costa.
Di quali reati stiamo parlando? È soprattutto la pesca illegale, in cima alla lista con poco meno di 7 mila casi accertati, seguita dalla cattiva depurazione e dagli scarichi selvaggi (4.500 casi). Note non del tutto positive arrivano dal fronte del contrasto, dato che sale il numero delle persone denunciate (quasi 20 mila) ma diminuiscono i sequestri.
Resta sempre alto anche il dato relativo agli abusi edilizi. Le infrazioni legate al ciclo del cemento, secondo i dati del rapporto Legambiente, sono oltre 4.400. Si va dai villini sparsi lungo i litorali ai grandi ecomostri che devastano illegalmente il paesaggio.
“Approvare al più presto la legge sugli abbattimenti degli ecomostri, che giace in Parlamento dal 2012, è una priorità per il nostro Paese”, dichiara Rossella Muroni, presidente di Legambiente, che spinge per proseguire nella direzione positiva tracciata dall’approvazione del ddl ecoreati.
La mappa della geografia criminale italiana redatta da Legambiente pianta bandierine in tutta la penisola, ma con particolare frequenza al sud. È in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia che si concentra oltre la metà degli illeciti, soprattutto per gli abusi edilizi. Ma a livello nazionale la terza regione della lista è il Lazio, che insieme a quelle “a tradizionale presenza mafiosa” guida anche la classifica dei reati legati all’inquinamento delle acque.