La commissione ambiente dell’Europarlamento ha approvato a larghissima maggioranza il cosiddetto "Emendamento di Doha"
(Rinnovabili.it) – Via libera al recepimento da parte dell’Unione europea del secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto firmato alla COP 18 sul climate change nel dicembre 2012. La commissione ambiente (ENVI) ha approvato infatti, lo scorso 6 maggio, la relazione di Elisabetta Gardini su l’ “Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico”. Il provvedimento in questione modifica l’allegato B del protocollo di Kyoto dando vita a quello che da molti è stato subito ribattezzato come Kyoto bis, ovvero un nuovo periodo di impegni giuridicamente vincolanti in materia di riduzione delle emissioni di CO2. Allora, in Qatar, furono 37 i paesi (tutti i membri dell’Unione europea, Australia, Bielorussia, Croazia, Islanda, Kazakhstan, Norvegia, Svizzera e Ucraina) ad accettare di firmare il prolungamento di Kyoto (dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2020) e un obiettivo complessivo di -18% di CO2eq rispetto ai livelli di emissione del 1990 (anno assunto come riferimento).
L’emendamento ha garantito una continuazione ininterrotta del Protocollo e dei suoi tre meccanismi Clean Development Mechanism (CDM), Joint Implementation (JI) e International Emission Trading (IET). In questo contesto l’Unione europea e gli Stati membri si sono impegnati a ridurre i gas serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 durante questo secondo periodo di applicazione del Protocollo, 2013-2020. Il suo consenso al progetto da parte della Commissione ENVI arriva dopo l’accordo politico raggiunto in Consiglio.
Doha Amendment to #Kyotoprotocol: Green light to second emission reduction period. My report adopted today by @EP_Environment @EPPGroup
— Elisabetta Gardini (@EGardini) 6 Maggio 2015
“Adesso che il Parlamento sta per ultimare i suoi lavori” – ha dichiarato Elisabetta Gardini, Relatrice del rapporto – “la palla passa al Consiglio e agli Stati Membri. In questo senso è auspicabile che i processi nazionali di ratifica abbiano luogo entro la prima parte del 2015 e che gli Stati Membri e l’Unione depositino i propri strumenti di accettazione ben prima della Conferenza UNFCCC, in programma a Parigi a fine anno”. “Quello di oggi è un passaggio importante prima di Parigi dove questa volta sarà fondamentale raggiungere un accordo globale, sottoscritto da tutti i maggiori emettitori”. “Non fosse così” – ha concluso Elisabetta Gardini – “tutti gli sforzi compiuti dall’Europa diventerebbero un inutile sacrificio”.