Il patto sul clima Kyoto 2 permetterà di colmare il gap che ci separa dal 2020, data da cui partono gli impegni che verranno adottati alla COP 21
(Rinnovabili.it) – Il Parlamento Europeo ha dato il via libera al prolungamento dell’impegno del Protocollo di Kyoto fino al 2020, il cosiddetto “Kyoto 2“. La plenaria di Strasburgo ha approvato il cosiddetto “emendamento di Doha” con un’ampia maggioranza: 584 voti favorevoli, 59 contrari e 8 astensioni. Adesso, il Doha amendment dovrà essere adottato dal Consiglio Europeo e poi dagli Stati membri.
Il provvedimento in questione modifica l’allegato B del protocollo di Kyoto, dando vita a quello che da molti è stato subito ribattezzato come Kyoto 2, un nuovo periodo di impegni giuridicamente vincolanti in materia di riduzione delle emissioni. Allora, in Qatar, furono 37 i Paesi (tutti i membri dell’Unione europea, Australia, Bielorussia, Croazia, Islanda, Kazakhstan, Norvegia, Svizzera e Ucraina) ad accettare di firmare il prolungamento di Kyoto (dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2020) e un obiettivo complessivo di -18% di CO2eq rispetto ai livelli di emissione del 1990 (anno assunto come riferimento).
L’emendamento applica, in sostanza, tre modifiche al testo del Protocollo di Kyoto: l’inserimento di un nuovo gas (il trifluoruro di azoto), una procedura semplificata per consentire alle parti interessate di alzare l’asticella degli impegni qualora lo si ritenesse opportuno, e una disposizione che regola automaticamente i rispettivi target in modo da evitare un aumento delle emissioni nel periodo 2013-2020 oltre la media degli anni 2008-2010.
Firmato nel 1997 e ratificato dall’Unione nel 2002, il Protocollo di Kyoto aveva fissato un limite annuale vincolante per le emissioni di gas serra, al quale i firmatari dovevano adeguarsi. In particolare, prevedeva una riduzione dell’8% rispetto ai livelli del 1990 per il periodo 2008-2012. Kyoto 2 ha una serie di ricadute sulle politiche dell’Unione, come la riduzione del 20% della CO2 entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. Un obiettivo già incluso nel Pacchetto Clima-Energia, ma che servirà anche a dare lustro a Bruxelles durante i negoziati sul clima in seno alle Nazioni Unite.
La relatrice del testo, Elisabetta Gardini (Forza Italia), ha detto però che al patto Kyoto 2 «alcuni dei Paesi più inquinatori non prendono parte, e questo è il motivo per cui l’UE dovrebbe usare ogni possibile strumento per arrivare ad un accordo internazionale adeguato a Parigi e non finire, come spesso accade, che rimanga sola ad adottare in pieno gli impegni».