Imballaggi, e-waste e frazione organica trainano l’industria del riciclo italiana che, tra best practices e paradossi, continua a crescere
(Rinnovabili.it) – Non c’è crisi che tenga per la circular economy e a dimostrarlo è il settore del riciclo nostrano che, nonostante la prolungata recessione è riuscito a rimanere competitivi. Concorrenzialità e crescita sono infatti i due caratteri distintivi del comparto come dimostrano i dati dello studio annuale “L’Italia del Riciclo”. Il Rapporto – promosso e realizzato da FISE Unire e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – è stato presentato oggi a Roma, pochi giorni dopo il lancio del pacchetto europeo sulla Circular Economy. Dai dati del documento emerge l’immagine di un’industria in continua crescita, capace di vere e proprie punte d’eccellenza ma ancora non esente da qualche criticità.
I dati dell’Italia del riciclo 2015
A trainare il settore nel suo complesso è soprattutto il comparto degli imballaggi (nel 2014 il 66% è stato avviato a riciclo, +2% rispetto al 2013), quello dei RAEE (+3% rispetto al 2013) che raggiungono la quota pro-capite nazionale di 3,81 kg per abitante, e quello della gestione della frazione organica (con 5,7 milioni di tonn. e +9,5% rispetto al 2013) e degli pneumatici.
“Il Rapporto evidenzia come il riciclo in Italia sia riuscito a resistere alla recessione prolungata restando competitivo”, ha dichiarato Anselmo Calò, Presidente di UNIRE, “Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi sui cambiamenti climatici appena concordati a Parigi, il riciclo di materia può svolgere una funzione fondamentale dovuta al risparmio di energia nella produzione di materie prime e quindi alle emissioni di CO2 evitate”.
Il paradosso dell’import ed export di rifiuti
Per ottenere tutto ciò è necessario scoraggiare lo smaltimento in discarica e nel contempo migliorare la qualità dei materiali raccolti, con interventi a favore dell’efficientamento della gestione dei rifiuti e razionalizzando e semplificando il contesto normativo. Anche per questo il report L’Italia del riciclo 2015, si concede quest’anno un focus innovativo focus sulle attività di import ed export dei rifiuti.
Un approfondimento dovuto che fa emergere un paradosso tutto italiano: oggi i rifiuti esportati dall’Italia hanno raggiunto quota 3,8 milioni di tonnellate, mentre quelli importati (in gran parte costituiti da rottami ferrosi) i 5,9 milioni di cui, però, circa l’8% equivale, per volume e tipologia, a rifiuti italiani spediti all’estero, con costi per noi spesso esorbitanti.