Oltre il 65% degli imballaggi viene avviato al riciclo a livello nazionale, con punte di eccellenza per carta (84%), vetro (71%) e acciaio (75%)
(Rinnovabili.it) – Il riciclo non teme la recessione economica. Lo dimostrano i dati della nuova edizione dell’Italia del Riciclo 2013, il rapporto che annualmente dà conto dei trend e delle best practies di 15 filiere italiane del recupero. Realizzato da Fise-Unire e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, il documento fotografa il fine vita, o meglio la seconda vita degli imballaggi nostrani, attraverso l’analisi dettagliata del contesto economico nazionale e rivela che nel 2012 il settore è cresciuto ulteriormente: nonostante la drastica riduzione dei consumi delle famiglie e della produzione industriale (- 6,3%), il riciclo di imballi e packaging ha registrato una un aumento dello 0,5% in termini assoluti e del più 2% nel rapporto riciclo/immesso a consumo.
Un risultato, si legge nel rapporto, a cui va il merito di aver tenuto in piedi “settori industriali (siderurgia, tessile, mobili, carta, vetro) strategici per il nostro Paese”. I trend migliori si sono registrati per la filiera della carta (riciclata all’84%), dell’acciaio (75%) e del vetro (71%); e tra i buoni risultati spicca “il primato europeo del nostro Paese per il reimpiego dei materiali ottenuti dalla demolizione dei veicoli a fine vita”. Meno positivi i dati sulla raccolta differenziata dei RAEE domestici calata del 9% e la quantità di oli minerali esausti raccolta nel 2012, anche se è cresciuto di due punti percentuali il rapporto rispetto all’immesso al consumo.
”Nonostante i difficili anni di crisi – dichiara Corrado Scapino, presidente di Unire – il settore del recupero rifiuti si conferma un sistema dinamico, almeno per quanto riguarda le imprese e gli organismi di gestione che lo coordinano, che ha mostrato nel tempo una buona capacità di adattamento e riorganizzazione in vista del raggiungimento di nuovi obiettivi”.