I nuovi criteri proposti dalla Commissione per regolare queste sostanze dannose per il sistema endocrino non hanno convinto molti Stati membri
(Rinnovabili.it) – I nuovi criteri dell’Unione europea per regolare gli interferenti endocrini non hanno convinto molti paesi membri. La proposta della Commissione per regolare queste sostanze dannose per il sistema endocrino aveva scatenato furiose polemiche appena era stata presentata lo scorso giugno. Ma se allora la levata di scudi era partita da Ong e società civile, adesso a frenare sono anche gli Stati. La bozza proposta dal braccio esecutivo dell’Ue, infatti, non ha raccolto la necessaria maggioranza qualificata ed è di fatto arenata.
Gli interferenti endocrini (EDC) sono sostanze o molecole chimiche dannose per la salute – presenti in pesticidi, additivi alimentari, cosmetici – che agiscono sugli ormoni e sul sistema endocrino, degli uomini come degli animali. Invece di tutelare la salute e l’ambiente, i criteri proposti a giugno vanno nella direzione opposta: lasciano il campo libero alle pressioni delle lobby per mezzo di definizioni ambigue.
Se l’Ue scopre il principio di precauzione
Tre i punti principali sollevati dagli Stati. Viene contestato il fatto che il divieto si applicherebbe solo per quegli EDC “noti per causare effetti nocivi negli umani”, una dicitura ben più stringente di quella originale tratta dai lavori dell’Organizzazione mondiale della sanità. Per l’Oms è bene bandire quegli interferenti che “possono causare” effetti nocivi. Sette gli Stati che si oppongono su questo punto, tra cui Danimarca, Germania e Francia.
Il secondo punto – 10 i paesi contrari – riguarda un taglio rispetto alla definizione dell’Oms: dalla bozza della Commissione scompaiono gli EDC “presunti”. Ciò significa che in base a questo criterio potranno essere bandite solo quelle sostanze per cui esistono sufficienti evidenze scientifiche che ne dichiarino la nocività. Un criterio che apre praterie a qualsiasi tipo di contenzioso.
Da queste due osservazioni degli Stati membri discende la terza: non si parla più di “esposizione trascurabile”, ma di rischio. La proposta della Commissione modifica in modo evidente l’approccio legislativo, spostandolo dal pericolo eventuale al rischio concreto. Calpestando, così, il principio di precauzione che innerva i trattati dell’Ue. Sono 6 gli Stati che hanno sollevato nello specifico questa obiezione.
A favore della proposta della Commissione sono invece Ungheria, Irlanda, Olanda e Uk. La Commissione adesso dovrà rivedere la sua proposta e presentare una nuova versione il 18 novembre di fronte al meeting dello Standing Committee.