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L’Ue riabbraccia gli interferenti endocrini: via libera al bisfenolo

Il divieto, in vigore dal 2011, salta dopo una rivalutazione effettuata dall’EFSA. E il bisfenolo torna in commercio, anche nei prodotti per bambini

L’Ue riabbraccia gli interferenti endocrini via libera al bisfenolo

 

(Rinnovabili) – Dopo un divieto di 4 anni, l’Europa riabbraccia gli interferenti endocrini. È il caso del bisfenolo (BPA), la cui tossicità è stata appena rivalutata dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Il bisfenolo, secondo l’organismo di valutazione comunitario, non pone alcun rischio per la salute dei consumatori di ogni fascia di età ai livelli di esposizione attuali. Si tratta di un composto chimico usato nella fabbricazione di materiali a contatto con alimenti, quali stoviglie di plastica riutilizzabili o rivestimenti. Altro prodotto in cui si poteva trovare il BPA è la carta termica utilizzata per gli scontrini. Residui di BPA possono migrare negli alimenti e nelle bevande, essere ingeriti dal consumatore, venire assorbiti dalla pelle o inalati tramite le vie respiratorie quando presenti in carta termica, cosmetici e polveri.

 

Eppure, secondo l’EFSA, anche entrando in contatto con diversi prodotti composti (tra l’altro) dal bisfenolo, possiamo stare tranquilli: i livelli di tossicità resterebbero notevolmente sotto il tetto di sicurezza, anche conosciuto come “dose giornaliera tollerabile” (TDI).

I nuovi dati hanno portato gli esperti dell’EFSA a ridurre significativamente questo parametro, che da 50 microgrammi per chilo di peso corporeo al giorno è sceso a 4. Ma secondo l’EFSA non è un buon motivo per mantenere il divieto, anzi. Le stime più fosche per l’esposizione alimentare, così come quelle per l’assorbimento da più fonti, sono da tre a cinque volte inferiori alla nuova TDI. Pertanto l’agenzia ha rivalutato l’interferente endocrino, facendo la gioia di PlasticsEurope, subito pronta a chiedere alla Francia di togliere il divieto in vigore dal 2010 (e ribadito con ulteriori restrizioni il 1 gennaio scorso).

 

Il panel ha concluso che solo alte dosi di BPA (centinaia di volte superiori al TDI) possono influenzare negativamente i reni, il fegato e la ghiandola mammaria. Tutte queste informazioni sono state ottenute attraverso esperimenti condotti sugli animali.

Gli effetti sui sistemi riproduttivo, nervoso, immunitario, metabolico e cardiovascolare, nonché nello sviluppo di cancro non sono stati valutati, e perciò non possono essere esclusi.