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Inquinamento, cemento, clima: oltre il 60% dei suoli europei è in pericolo

Lo stato del territorio europeo al centro di 'Caring for soil is caring for life', tema della missione di Horizon Europe proposta dal Mission Soil Health and Food. I costi associati al degrado del suolo nell'Ue superano i 50 miliardi di euro all'anno. “L'adozione di innovazioni tecnologiche, organizzative e sociali da parte delle nostre imprese agroalimentari e delle nostre comunità può dare un contributo fondamentale per affrontare i gravi problemi dei suoli italiani”

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Foto di lanailic da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – I suoli europei sono gravemente minacciati. Il 60-70% è compromesso a causa delle attuali pratiche di gestione, dell’inquinamento, dell’urbanizzazione e degli effetti dei cambiamenti climatici. Questo lo stato attuale del territorio europeo, argomento al centro di ‘Caring for soil is caring for life’, che è il tema della missione di Horizon Europe proposta dal Mission board soil health and food che sarà presentata nei prossimi giorni, organizzata dal ministero dell’Università in collaborazione con Apre (Agenzia della promozione della ricerca Europea), Santa Chiara Lab-Università di Siena e Fondazione Re Soil.

Nell’Unione europea – viene spiegato – si contano quasi 3 milioni di potenziali siti contaminati (solo il 24% inventariato) con gravi rischi per la salute; gli apporti di nutrienti nei terreni agricoli sono a livelli di rischio di eutrofizzazione di suolo e acque, con potenziali pesanti ripercussioni sulla biodiversità; i terreni coltivati perdono carbonio ad un tasso dello 0,5% all’anno. I costi associati al degrado del suolo nell’Ue superano i 50 miliardi di euro all’anno.

“L’adozione di innovazioni tecnologiche, organizzative e sociali da parte delle nostre imprese agroalimentari e delle nostre comunità – osserva Angelo Riccaboni, rappresentante nazionale della Mission ‘Soil Health and Food’ e presidente del Santa Chiara Lab – università di Siena – può dare un contributo fondamentale per affrontare i gravi problemi dei suoli italiani. A tal fine è indispensabile un approccio fortemente orientato alla co-creazione, che veda la stretta collaborazione fra ricercatori, agricoltori, imprese alimentari, istituzioni e cittadini. Questo sarà uno degli assi sui quali verteranno le attività della Mission in Italia”.

Le cinque missioni dell’Ue (oltre a garantire la salute del suolo e il cibo, combattere il cancro, adattarsi ai cambiamenti climatici, proteggere gli oceani e vivere in città più verdi) sono parte integrante del programma quadro Horizon Europe a partire dal 2021: impegni per risolvere alcune delle più grandi sfide che il nostro mondo deve affrontare e che saranno al centro del processo di trasformazione, e di ripresa.

Le missioni contribuiranno in modo decisivo agli obiettivi del Green deal europeo e agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Si procederà come un portafoglio di azioni – come progetti di ricerca, misure politiche o anche iniziative legislative – per raggiungere un obiettivo misurabile che non potrebbe essere raggiunto attraverso azioni individuali. L’obiettivo della Missione soil health and food è garantire che entro il 2030 il 75% dei suoli europei siano sani e in grado di fornire servizi ecosistemici essenziali come la fornitura di cibo e altra biomassa, sostenere la biodiversità, immagazzinare e regolare il flusso di acqua o mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Secondo Antonio Parenti, capo della rappresentanza in Italia della commissione Europea, “la cura dei suoli è fondamentale per assicurare la sostenibilità dell’agricoltura. L’Unione europea con la sua strategia ‘Farm to fork ha posto chiaramente questo obiettivo al centro della sua strategia ambientale per i prossimi anni”. Per il direttore di Apre, Marco Falzetti “l’Italia debba assicurarsi un ruolo di primaria importanza nella futura Mission soil. Per questo è fondamentale, anche in questa fase ancora in evoluzione e per tanti versi ancora poco definita, rimanere attori attenti e attivi nell’attuale processo di definizione finale di questa mission”.

Se abbiamo imparato a fare qualcosa per aria e acqua, sul suolo “molta strada deve essere percorsa, specialmente dal punto di vista normativo – rileva Debora Fino, presidente di Re Soil Foundation – la mission europea sulla salute del suolo è fondamentale in questo senso e Re Soil intende lavorare per declinarne gli obiettivi a livello italiano. La Fondazione certamente potrà svolgere un ruolo di catalizzatore per quelle competenze italiane che sono in grado di sviluppare nuove tecnologie per la tutela dei suoli. Avere un suolo qualificato su concrete basi scientifiche significa ottenere benefici dal punto di vista ambientale, sociale ed economico”.