Lo riferisce il nuovo studio di Copernicus Atmosphere Monitoring Service e della London School of Hygiene and Tropical Medicine
I dati relativi alla prima fase di lockdown possono aiutare a progettare strategie di inquinamento atmosferico più efficaci
(Rinnovabili.it) – I lockdown imposti da molti Stati europei nel 2020 per arginare la pandemia hanno salvato diverse vite. E non solo limitando la diffusione del COVID-19. Secondo un nuovo studio pubblicato oggi da Copernicus Atmosphere Monitoring Service insieme alla London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM), le limitazioni del traffico e degli spostamenti hanno avuto un preciso impatto sanitario in termini di danni da smog evitati.
La ricerca, condotta con il contributo di CAMS e di altre importanti istituzioni, ha esaminato gli effetti quantitativi della riduzione dei livelli di NO2, ozono, particolato fine PM2.5 e PM10 in 47 grandi città europee. E per la prima volta ha messo quantitativamente a confronto l’impatto delle diverse misure politiche adottate sulla qualità dell’aria.
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Smog e morti premature
In parte i risultati non rappresentano una novità. La diminuzione del smog si è tradotta in centinaia di decessi evitati in tutti i comuni valutati. Ma lo studio dimostra anche come l’esito differisca notevolmente tra i vari interventi cittadini applicati. Ad esempio, la chiusura di scuole e luoghi di lavoro, la cancellazione di eventi pubblici e l’obbligo di restare a casa hanno avuto l’impatto più significativo sulla riduzione dei livelli di NO2. Viceversa, le restrizioni relative a viaggi nazionali e internazionali hanno avuto un impatto minimo sui livelli di inquinamento dell’aria locale.
Nel dettaglio, utilizzando i cambiamenti osservati nelle concentrazioni giornaliere degli inquinanti studiati, combinati con la valutazione dell’esposizione delle persone, gli scienziati hanno stimato che un totale di oltre 800 decessi sono stati evitati grazie al miglioramento della qualità dell’aria derivante dalle misure governative adottate al fine di limitare la diffusione del virus SARS-Cov-2. Parigi, Londra, Barcellona e Milano risultano essere tra le prime sei città con il maggior numero di decessi evitati.
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Le città spagnole, francesi e italiane hanno sperimentato la maggiore diminuzione di NO2 tra il 50% e il 60%, ma questo inquinante si è considerevolmente ridotto in quasi tutta Europa. Le riduzioni di altri contaminanti sono state invece meno marcate. Tale risultato era atteso, in quanto circa la metà delle emissioni di NO2 vengono generate dal trasporto stradale, che rappresenta il settore più colpito dalle restrizioni governative.