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Rischiamo di perdere la lotta contro i superbatteri di domani, creati dalla resistenza antimicrobica

L’intreccio di crisi ambientale, climatica e inquinamento amplifica gli effetti della dispersione in natura di antibiotici, antivirali, antifungini e antiparassitari usati comunemente per la prevenzione di infezioni sia nell’uomo che nell’allevamento, nell’acquacoltura e in agricoltura

Resistenza antimicrobica: come proteggerci dai superbatteri di domani
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Il rapporto Unep propone soluzioni globali alla resistenza antimicrobica

(Rinnovabili.it) – Fra 30 anni l’abuso di antibiotici farà tanti morti quanto il cancro: 10 milioni l’anno. Per invertire la rotta bisogna limitare l’inquinamento creato dai settori farmaceutico, agricolo e sanitario. Sono questi i maggiori responsabili della comparsa e della diffusione globale di “superbatteri”, cioè dei ceppi batterici che hanno sviluppato una tolleranza a tutti gli antibiotici noti. Questo fenomeno, noto come resistenza antimicrobica, rischia di rendere inefficaci gli unici strumenti che abbiamo per difenderci da certe infezioni. E visto che tornare indietro a un certo punto è impossibile, è vitale agire di prevenzione.

Il peso della resistenza antimicrobica su salute, società ed economia

Sono i messaggi consegnati dall’ultimo rapporto dell’Agenzia Onu per la protezione ambientale (Unep), pubblicato ieri e dedicato alla resistenza antimicrobica (Amr). Nella categoria degli antimicrobici rientrano prodotti antibiotici, antivirali, antifungini e antiparassitari usati comunemente per la prevenzione di infezioni sia nell’uomo che nell’allevamento, nell’acquacoltura e in agricoltura.

Già da tempo inserito nella lista dell’Oms delle 10 minacce globali alla salute a fianco di crisi climatica, Hiv, pandemie virali e i timori verso l’uso di vaccini, l’Amr è considerato responsabile di 1,27 milioni di morti dirette nel 2019, a cui si aggiungono quasi altri 5 milioni di decessi causati indirettamente.

Peso sanitario che va a braccetto con un impatto tutt’altro che trascurabile sull’economia. L’Unep stima che la resistenza antimicrobica possa causare una flessione del pil globale di almeno 3.400 miliardi di dollari ogni anno entro il 2030. E spingere verso la povertà estrema altri 24 milioni di persone.

Come debellare l’Amr

La soluzione? Una lotta a tutto tondo contro l’inquinamento. “L’inquinamento dell’aria, del suolo e dei corsi d’acqua mina il diritto umano a un ambiente pulito e sano. Gli stessi fattori che causano il degrado ambientale stanno aggravando il problema della resistenza antimicrobica. L’impatto dell’Amr potrebbe distruggere la nostra salute e i nostri sistemi alimentari”, ha dichiarato Inger Andersen, direttore esecutivo dell’Unep.

Una lotta che deve tener conto dell’inquinamento ambientale, ma anche della crisi climatica e della perdita di biodiversità. Questi tre fenomeni si intrecciano e amplificano i fattori che favoriscono l’emergere e la diffusione dei superbatteri. L’inquinamento da scarichi fognari, ad esempio, facilita la diffusione di antimicrobici nell’ambiente, spingendo i batteri a sviluppare una resistenza. Alte temperature e eventi estremi sono fattori che aiutano l’emergere di Amr.

Tra le soluzioni proposte dall’Unep, la creazione di meccanismi di monitoraggio e coordinamento, che devono poggiare su quadri legislativi e regolatori chiari a livello nazionale. Con la resistenza antimicrobica che deve entrare di diritto nei piani nazionali di difesa ambientale. Tali meccanismi devono anche potersi riferire a standard globali condivisi ed efficaci che contengano buoni indicatori dell’emergere di Amr nell’ambiente. Infine, bisogna migliorare la gestione integrata dell’acqua sia per ridurre le possibilità di sversamento di antibiotici nell’ambiente, sia per ridurre le infezioni e quindi la necessità di ricorrere a farmaci.