Rinnovabili • Qualità dell’aria: UE allineata a standard OMS, ma solo dal 2035 Rinnovabili • Qualità dell’aria: UE allineata a standard OMS, ma solo dal 2035

L’Europarlamento rinvia al 2035 i limiti più stringenti sulla qualità dell’aria

Da un lato l’aula di Strasburgo ha rafforzato i valori dei limiti per gli inquinanti rispetto a quelli proposti dalla Commissione. Dall’altra ha posticipato di 5 anni la loro entrata in vigore. Chieste anche regole più stringenti per il monitoraggio di tutti gli inquinanti, incluso ammoniaca, CO, black carbon e particelle ultrafini

Qualità dell’aria: UE allineata a standard OMS, ma solo dal 2035
crediti: European Union, Copernicus Sentinel-3 imagery

La posizione negoziale del PE è passata con 363 sì, 226 no e 46 astenuti

(Rinnovabili.it) – L’Europa si deve allineare ai nuovi standard di qualità dell’aria suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ma senza correre: basta rispettarli a partire dal 2035. È la posizione approvata ieri dall’Europarlamento in vista dell’ultimo passaggio, il negoziato con il Consiglio sulla revisione della direttiva sulla qualità dell’aria. Posizione che le associazioni della società civile bollano come poco ambiziosa e “un’opportunità mancata”, chiedendo invece che si anticipi la data di 5 anni. Come, a suo tempo, aveva chiesto anche la commissione Ambiente.

Cosa vuole l’Europarlamento sulla qualità dell’aria in UE

Il testo prevede che i limiti comunitari per i principali inquinanti, tra i quali le polveri sottili PM10 e PM2.5 e i NOx, siano allineati a quelli dell’OMS. I nuovi limiti fissati nel settembre 2021 per i PM2.5 prevedono una soglia annuale dimezzata a 5 μg/m3 mentre il limite sulle 24 ore scende da 25 a 15 μg/m3. Per i PM10 il limite annuale passa da 20 a 15 μg/m3. L’NO2 scende a 10 μg/m3 su base annua e a 25 μg/m3 come limite giornaliero, l’ozono (O3) passa a 60 μg/m3 mentre la soglia sulle 24 ore per il monossido di carbonio (CO) è fissata a 4 μg/m3.

Posticipare l’allineamento al 2035 avrà “gravi implicazioni per la salute di tutti gli europei”, influirà sull’economia e “molto probabilmente sarà utilizzato come scusa per rinviare l’azione urgente necessaria”, sottolinea Margherita Tolotto di EEB. Mentre per Zachary Azdad di Transport & Environment “il voto di oggi farà ben poco per accelerare l’introduzione di zone a basse e zero emissioni in Europa, gettando un’ancora di salvezza alle sporche auto diesel e benzina”.

La posizione approvata con 363 voti a favore, 226 contro e 46 astensioni introduce comunque limiti per la qualità dell’aria più stringenti di quelli proposti a suo tempo dalla Commissione e specifica che questi ultimi dovrebbero essere presi come obiettivi intermedi da raggiungere al più tardi nel 2030.

L’altro punto su cui l’Europarlamento rafforza la proposta è il monitoraggio. Nelle aree urbane dovrebbe esserci almeno un super-sito di monitoraggio ogni due milioni di abitanti (la Commissione proponeva ogni 10 milioni). Mentre nei luoghi in cui è probabile che si verifichino alte concentrazioni di particelle ultrafine, di carbone nero, di mercurio e di ammoniaca, dovrebbe esserci un punto di campionamento ogni milione di abitanti. La Commissione proponeva ogni cinque milioni e solo per le particelle ultrafine.