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Polveri sottili: il 90% delle 200 città più inquinate sono in Cina e in India

Il nuovo rapporto IQAir sullo smog indica livelli allarmanti in India, Cina, Pakistan e Indonesia. Nuova Delhi è la capitale più inquinata al mondo

polveri sottili
By Sadman1100Own work, CC BY-SA 4.0, Link

 

 

Secondo l’OMS  la maggior parte delle morti premature legate all’inquinamento atmosferico, è causata da polveri sottili

(Rinnovabili.it) – Quasi il 90% delle 200 città nel mondo, con i più alti livelli di inquinamento da polveri sottili, si trovano in Cina e in India, seguite da Pakistan e Indonesia. i numeri arrivano da un nuovo studio, il World Air Quality Report per il 2019, che rende oggi disponibili i suoi dati. 

Pubblicato da IQAir Group, azienda che raccoglie informazioni sull’inquinamento atmosferico, in collaborazione con Greenpeace International, il report individua come capitale più inquinata dalle polveri sottili Nuova Delhi, seguita dalle megalopoli Lahore in Pakistan, Dhaka in Bangladesh, Calcutta in India, Linyi e Tianjin in Cina, e Jakarta, in Indonesia.

 

In base al numero di abitanti è invece il Bangladesh a meritarsi il primato da inquinamento da polveri sottili, seguito da Pakistan, Mongolia e Afghanistan. L’Italia è il primo paese in Europa per morti premature da esposizione alle PM 2.5, circa 80mila persone ogni anno. 

Il rapporto IQAir si basa sui dati di quasi 5.000 città in tutto il mondo e i dati non sono affatto rassicuranti. “L’inquinamento atmosferico è la principale minaccia mondiale per la salute ambientale“, ha dichiarato Frank Hammes, CEO di IQAir. “Il 90% della popolazione mondiale respira aria non sicura”. Le polveri sottili di 2,5 micron – o meno – di diametro, circa 1/30 della larghezza di un capello umano, sono le più pericolose. Secondo l’OMS delle sette milioni di morti premature legate all’inquinamento atmosferico a livello globale la maggior parte è causata dalle PM 2.5. Queste particelle si sprigionano da tempeste di sabbia, da pratiche agricole, dall’industria e, soprattutto, dalla combustione di combustibili fossili. Sono talmente microscopiche che riescono a entrare nel flusso sanguigno attraverso il sistema respiratorio, causando asma, cancro ai polmoni e malattie cardiache. 

 

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Per le Nazioni Unite, la densità di PM 2.5 non dovrebbe superare i 25 microgrammi per metro cubo di aria in un periodo di 24 ore. La Cina, all’undicesimo posto della classifica stilata da IQAir, ha fissato il livello a 35 mcg/m3. Fino al 2019 la nazione contava 117 delle 200 città più inquinate al mondo nonostante la concentrazione media di PM 2.5 fosse scesa del 20% nel biennio 2018/2019. Questa diminuzione non basta, visto che solo il 2% delle città cinesi ha superato le linee guida dell’OMS per i livelli di PM 2.5 e che la nazione conta annualmente più di un milione di morti premature causate dalle polveri sottili. Secondo l’Air Quality Life Index, sviluppato dai ricercatori dell’Energy Policy Institute di Chicago, il rispetto degli standard dell’OMS per l’inquinamento da PM 2.5 aumenterebbe l’aspettativa di vita di sei o sette anni sia nella Cina centro-settentrionale che nel nord dell’India.

 

Se le città meno colpite dallo smog sono Adelaide, Helsinki, Stoccolma e San Jose in California, per altre non vi sono dati disponibili. Sono molte le stazioni installate nei paesi del mondo per il monitoraggio delle polveri sottili, ma Hammes ha sottolineato che per alcune aree mancano quasi completamente informazioni, come per l’Africa e il Medio Oriente. “Ciò che non può essere misurato non può essere gestito”, ha detto, e “l’Africa, un continente di 1,3 miliardi di persone, attualmente ha meno di 100 stazioni di monitoraggio che rendono i dati sulle PM 2.5 disponibili al pubblico in tempo reale”. 

Gli stessi cambiamenti climatici hanno iniziato ad amplificare il rischio per la salute legato alle polveri sottili, in particolare a causa dei sempre più intensi incendi boschivi e alle tempeste di sabbia aggravate dalla desertificazione pervasiva. Riscaldamento globale e PM 2.5 hanno per molti versi lo stesso motore principale: la combustione di carbone, petrolio e gas. Agire per la riduzione dell’inquinamento da combustibili fossili rappresenta, dunque, agire su due problemi alla volta

 

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