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L’inquinamento da pesticidi contagia 2/3 delle terre agricole

Uno studio dell’università di Sidney mappa la presenza di 92 sostanze chimiche comunemente associate all’uso di prodotti fitosanitari nei terreni di 168 Stati

Pesticidi: due terzi delle terre arabili sono inquinati
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

La mappa globale della presenza dei pesticidi nei terreni e nelle acque

(Rinnovabili.it) – Il 64% della superficie agricola mondiale è a rischio inquinamento da pesticidi. E un terzo di queste aree sono da considerare ad alto rischio. E’ il quadro che emerge da uno studio dell’università di Sidney che ha mappato la presenza di 92 sostanze chimiche comunemente associate all’uso di prodotti fitosanitari nei terreni di 168 Stati.

Dalla ricerca pubblicata su Nature Geoscience viene fuori una mappa globale del rischio di inquinamento da pesticidi. Mappa utile per gettare un fascio di luce su eventuali ripercussioni sulla salute umana. Evidenze importanti “perché la più ampia letteratura scientifica ha scoperto che l’inquinamento da pesticidi può avere impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente”, precisa Fiona Tang, autrice dell’articolo.

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Sul versante ambientale, lo studio rivela alcuni dati interessanti. “A livello globale, il nostro lavoro mostra che il 34% delle aree ad alto rischio si trova in regioni ad alta biodiversità, continua Tang. L’impatto sull’ambiente quindi è potenzialmente più devastante. In più, le aree ad alto rischio sono per “il 19% in nazioni a reddito medio-basso e per il 5% in aree con scarsità d’acqua”.

Problemi anche dal punto di vista della sicurezza alimentare. La mappa globale sull’inquinamento da pesticidi svela in fatti che le regioni più compromesse sono in Asia: Cina, Giappone, Malesia e Filippine ad alto rischio. E alcune di queste aree sono considerate le più produttive dal punto di vista agricolo, tanto che alimentano gran parte della popolazione mondiale.

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Lo studio si è concentrato non solo sui terreni, ma anche sull’inquinamento da pesticidi nelle acque. Si tratta di un ciclo collegato, visto che i pesticidi possono essere trasportati nelle acque superficiali e sotterranee attraverso il deflusso e l’infiltrazione, inquinando i corpi idrici, riducendo così la fruibilità delle risorse idriche.

Secondo Alex McBratney, direttore del Sydney Institute of Agriculture presso l’Università di Sydney e co-autore della ricerca, “questo studio mostra che sarà importante monitorare attentamente i residui su base annuale per rilevare le tendenze al fine di gestire e mitigare i rischi dei pesticidi uso”.