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I pericoli dell’inquinamento acustico? Li analizza l’AIA, Associazione Italiana di Acustica

Come influisce l’inquinamento acustico sulla qualità delle nostre vite e come si sta evolvendo la scienza che studia i rumori emessi dall’attività umana?

inquinamento acustico
via depositphotos.com

di Luca Cioccolanti

(Rinnovabili.it) – Quali sono le relazioni tra acustica e sostenibilità ambientale? Come influisce l’inquinamento acustico sulla qualità delle nostre vite e come si sta evolvendo la scienza che studia i rumori emessi dall’attività umana? Quali sono le tematiche emergenti? Lo abbiamo chiesto al Presidente dell’Associazione Italiana di Acustica, il professor Francesco Asdrubali, ordinario di fisica tecnica dell’Università degli Studi Roma Tre.

Professor Asdrubali, che cos’è l’Associazione Italiana di Acustica?

L’AIA è un’associazione scientifica senza fini di lucro fondata nel 1972 da una serie di illustri studiosi di acustica, tra cui Italo Barducci,  Daniele Sette, Amedeo Giacomini, Gino Sacerdote. Essa ha lo scopo di promuovere in Italia lo studio dell’acustica in vari campi: scientifico, tecnico, normativo, industriale, sociale, professionale e didattico. 

E quest’anno festeggeremo i primi 50 anni di attività.

Quali sono le sue attività?

L’AIA mira a favorire gli scambi di informazioni scientifiche e tecniche, le collaborazioni fra i soci, a diffondere i risultati di ricerche e notizie concernenti i vari temi dell’acustica, a promuovere la collaborazione fra le Università, a favorire le relazioni anche con altre associazioni e altri enti, italiani e internazionali, anche a carattere normativo. L’AIA conferisce inoltre, in linea con i propri scopi statutari, diversi premi a giovani laureati e ricercatori e, da quest’anno, anche un premio a giovani professionisti che si siano distinti per la qualità delle proprie progettazioni acustiche. 

A proposito delle tematiche in acustica: quali sono attualmente quelle emergenti?

Partiamo dalla più attuale: vista la situazione pandemica che stiamo vivendo da ormai due anni, un’area particolarmente studiata è quella relativa al clima acustico delle aree urbane durante i periodi di lockdown e di restrizioni. L’AIA si è fatta promotrice, in collaborazione con ISPRA e il sistema delle Agenzie Ambientali (ARPA), di una vasta ricognizione su tutto il territorio nazionale con oltre duecento punti di misura: sono emersi dati molto interessanti, che danno alcune indicazioni sulla gestione del rumore nelle aree urbane. 

Un’altra tematica è quella del cosiddetto paesaggio sonoro o soundscape, quindi lo studio di un contesto urbano che può essere un parco o una piazza, visto dal punto di vista psicoacustico e percettivo degli utenti. E’ una tematica molto affascinante che si intreccia con aspetti urbanistici, culturali, psicologici e sociali. Poi temi particolarmente sensibili sono quelli relativi alle novità normative: i cosiddetti CAM (Criteri Ambientali Minimi) emanati dal Ministero dell’Ambiente, ed i requisiti acustici per le aule scolastiche. 

Inoltre, anche la tematica della spazializzazione ed auralizzazione dei suoni negli ambienti confinati e nelle sale ha acquisito grande rilevanza durante il periodo della pandemia non potendo assistere a spettacoli dal vivo. 

Si diceva che l’AIA collabora con altre associazioni tecnico scientifiche. Quali sono? 

L’Associazione ha accordi di collaborazione con molte associazioni, ad esempio: AIDII, che è l’associazione degli igienisti industriali che si occupa delle problematiche dell’esposizione dei lavoratori al rumore ed alle vibrazioni negli ambienti di lavoro. Poi l’AICARR, Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento e Refrigerazione, con cui abbiamo organizzato nel 2021 un ciclo di seminari congiunti su varie tematiche tra cui – particolarmente interessanti – il rumore degli impianti energetici (eolici, refrigerazione e cogenerazione). 

Abbiamo inoltre accordi in corso di sottoscrizione con SIAF, Società Italiana di Audiologia e Foniatria, per lo studio degli impatti sulla salute derivanti dall’esposizione al rumore (danni uditivi e alle corde vocali) e anche con Green Building Council Italia, che promuove nel nostro Paese le certificazioni LEED di sostenibilità degli edifici e dei quartieri, con lo scopo di mettere a punto alcuni parametri di valutazione proprio sui requisiti acustici degli edifici e sul paesaggio sonoro dei quartieri e delle aree urbane.

Come comunica l’AIA con i propri utenti e i propri soci?

Esistono numerosi canali di comunicazione a disposizione dell’Associazione: dal 1977 pubblica una rivista che è la RIA – Rivista Italiana di Acustica, che è l’organo ufficiale attraverso cui vengono divulgati i risultati di studi e di ricerche degli acustici italiani (soci e non, la rivista è aperta a tutti). Inoltre l’AIA ha un sito che è stato recentemente rinnovato ed è presente anche su vari social: Facebook, Instagram, un canale di YouTube in cui stiamo pubblicando i webinar realizzati in questo periodo della pandemia, ed infine un profilo LinkedIn recentemente inaugurato e che riteniamo possa essere il mezzo migliore per raggiungere i professionisti e i consulenti che si occupano di acustica nel nostro Paese.

Torniamo alla situazione pandemica attuale: come ha vissuto l‘AIA la difficile situazione di questi ultimi due anni? 

Ritengo che l’AIA abbia reagito in maniera efficace e abbia dimostrato resilienza fin dall’inizio della pandemia.

Abbiamo annullato il nostro Convegno Nazionale di Matera del maggio 2020 e abbiamo promosso un ciclo di seminari denominato “Aspettando Matera” costituito da webinar con cadenza ogni 15 giorni, il venerdì all’ora di pranzo, in cui giovani ricercatori intervistati da un moderatore senior si confrontavano su tematiche interdisciplinari di acustica. I webinar, grazie alla formula snella e alla possibilità di interazione tra relatori e pubblico, hanno avuto un grande successo ed hanno avvicinato nuove persone all’Associazione. E poi il ciclo di incontri con AICAR, di cui ho fatto già menzione, ed i corsi di aggiornamento professionale per tecnici competenti in acustica, tutti in modalità online. 

Ogni evento sarà a breve disponibile sul nostro canale Youtube.

Infine parliamo dei vostri progetti:  quali sono i programmi dell’AIA per il 2022?

Innanzitutto si terranno le celebrazioni del cinquantesimo anno dalla fondazione, a partire dal 10 febbraio 2022 che è proprio il giorno in cui ricorre il compleanno della nostra associazione. Proseguiremo i webinar della serie “Aspettando Matera”, con tematiche interessanti quali il rumore aeronautico e ferroviario e la tutela delle aree silenziose e, a fine maggio, faremo finalmente in presenza il convegno nazionale a Matera, dopo l’edizione del 2020 annullata e quella del 2021 fatta in modalità online. Abbiamo inoltre in programma un importante convegno internazionale a fine luglio a Verona sull’acustica dei teatri antichi e un seminario in autunno a Ferrara sui materiali acustici innovativi. 

Un programma sicuramente molto ricco di iniziative che riguardano anche il rilancio della Rivista Italiana di Acustica, a cui vogliamo dare più visibilità affidandosi a un editore professionale con una nuova veste grafica, nonché la prosecuzione delle attività di aggiornamento dei tecnici competenti in acustica.