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Nuovo incidente a Tricastin, la centrale nucleare francese attiva da 47 anni

Contaminazione da trizio dell’acqua nel terreno del sito dopo una tracimazione degli effluenti radioattivi. I livelli monitorati arrivano a 28.900 Bq/l, ma l’Autorità di sicurezza nucleare francese assicura che non c’è rischio di ulteriore dispersione

Nucleare: incidente in Francia, fuoriesce acqua contaminata da trizio
Di Marianne Casamance – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=50711193

Il trizio è un isotopo radioattivo dell’idrogeno

(Rinnovabili.it) – L’Eliseo e i vertici di Electricité de France ricorderanno il 2021 come uno degli anni peggiori per il nucleare francese. Prima i problemi al design dei reattori EPR rivelati da una fonte dell’industria nucleare. Poi gli stop cautelativi a 4 reattori per manutenzione straordinaria, a dicembre: Parigi ha perso 1 TWh di elettricità in un anno e, soprattutto, si trova con il 10% del suo fabbisogno elettrico scoperto proprio nel bel mezzo della crisi energetica. Adesso emerge un’altra grana: un incidente alla centrale nucleare di Tricastin ha portato alla contaminazione da trizio del terreno del sito.

Tricastin fa parte di un grande complesso nucleare dove si trova anche un sito del CEA (l’equivalente transalpino dell’Enea), un’industria per la trasformazione dell’esafluoruro di uranio e un centro per l’arricchimento dell’uranio. Si basa su 4 reattori ad acqua pressurizzata da 915MW ciascuno. Da qui, il 15 dicembre arriva all’Autorità di sicurezza nucleare (Asn) francese una notifica da parte di Efd, il gestore pubblico: si è verificato un “evento significativo”. Nell’acqua di falda le rilevazioni hanno trovato una quantità importante di trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno.

L’ultimo incidente alla centrale nucleare

Tutto risale al 25 novembre. E questa volta non c’entra nessun difetto di design né impianti costretti a operare oltre la loro durata di vita prevista. Dalla centrale viene trasferito una certa quantità di effluenti radioattivi verso una vasca dedicata. Ma la vasca non era libera a sufficienza e i liquidi sono fuoriusciti dal troppo pieno. Da qui sono finiti in un pozzetto di emergenza, da cui possono essere riportati nel circuito, in sicurezza, solo dopo un’operazione manuale. Ma quando gli operai sono arrivati e hanno effettuato le manovre necessarie, il serbatoio di emergenza si era già riempito oltre la sua capacità.

Poiché perdeva dalla parte superiore, circa 2 m3 di effluenti sono fluiti nelle grondaie di raccolta dell’acqua piovana che non sono progettate per essere a tenuta stagna. L’8 dicembre 2021, dopo una forte pioggia, l’operatore ha svuotato le grondaie e restituito l’effluente al pozzetto di recupero. Solo 1,1 m3 di effluente radioattivo è stato recuperato”, scrive l’Asn. “Così, circa 900 l di effluente contenente trizio si sono infiltrati nel terreno tra il 25 novembre e l’8 dicembre 2021, causando un’attività radiologica anormale.

Nessun rischio, dice l’Asn

Il 12 dicembre il monitoraggio ha rilevato un valore di radioattività di 28.900 Bq/l (bequerel per litro) di trizio, che da allora è diminuito costantemente. I valori limite per l’acqua potabile variano – anche di molto – da paese a paese. Per l’Organizzazione mondiale della sanità la soglia è 10.000 Bq/l, per gli Stati Uniti 740 Bq/l, per la Finlandia 30.000 Bq/l. L’Unione Europea non ha un valore soglia comune ma oltre i 100 Bq/l scatta un monitoraggio obbligatorio per cercare eventuali altre fonti di contaminazione.

L’Asn fa comunque sapere che non è stata rilevata alcuna contaminazione delle acque sotterranee al di fuori del sito grazie al recinto geotecnico del sito. I liquidi radioattivi hanno effettivamente contaminato le acque sotterranee, ma queste – specifica l’Asn – verrebbero pompate all’esterno della cinta solo dopo la verifica del rispetto dei parametri.

Non è il primo incidente a Tricastin

Tricastin è una delle più vecchie centrali nucleari francesi – è stata avviata nel 1974 – ad avere ricevuto luce verde per proseguire le operazioni per altri 10 anni. E non è nuova a incidenti. Nel 2008 furono contaminati 100 tecnici dell’impianto durante la manutenzione del reattore 4. Era la terza fuga radioattiva in 3 settimane. Nel 2011 ci fu un incendio nel reattore 1, ma senza conseguenze. Nel 2013 un incidente simile a quello di queste settimane: la falda è stata contaminata da trizio dopo fuoriuscite dai reattori 2 e 3. Allora l’Asn aveva portato l’allarme a livello 1, questa volta assicura che non c’è rischio e ha lasciato a livello 0 il sistema di allerta.