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Negli imballaggi in plastica trovate 377 sostanze chimiche

Dal punto di vista dell’inquinamento chimico, vergine o riciclata non fa differenza. Gli imballaggi in plastica per alimenti non sono sicuri

imballaggi in plastica
Via depositphotos.com

Tre università studiano la penetrazione delle sostanze chimiche dagli imballaggi in plastica al cibo e lanciano un allarme

(Rinnovabili.it) – Il polietilene contiene sostanze chimiche pericolose e gli imballaggi in plastica per alimenti in questo materiale non sono sicuri. Nemmeno quelli di plastica riciclata. Lo dice una ricerca portata avanti da scienziati della Brunel University di Londra, dello University College di Londra e della Qatar University, in collaborazione con il Food Packaging Forum.

Gli esperti hanno analizzato 116 studi sulle modalità con cui le sostanze chimiche presenti negli imballaggi in polietilene penetrano nel cibo e vengono assorbite dal corpo. La revisione ha identificato 377 sostanze chimiche che vengono in contatto con gli alimenti, tra cui il bisfenolo A e gli ftalati, provati interferenti endocrini

Ci sono 211 di queste 377 sostanze che penetrano negli alimenti almeno una volta durante il ciclo di vita della plastica, spiegano i ricercatori. La cosa preoccupante è che solo un quarto delle sostanze chimiche trovate è autorizzato dalla normativa UE. Un terzo di queste, fra l’altro, supera il limite di sicurezza.

In pratica, il nostro cibo è racchiuso in plastica illegale.

Mancanza di tracciabilità e armonizzazione delle normative esistenti – un’armonizzazione al rialzo, evidentemente – sono le cause di questo grave vuoto di controlli. Con l’aumento del cibo pronto e confezionato, le persone vengono in contatto con imballaggi potenzialmente pericolosi molto più sovente di prima.

Nel frattempo, il polietilene riciclato è sempre più ricercato nella produzione di nuovi imballaggi per uso alimentare, ma dal punto di vista dell’inquinamento chimico i problemi restano tutti. Per questo, l’impegno ad aumentare il riciclo degli imballaggi non va separato dalla corsa a migliorare il monitoraggio della qualità degli imballaggi alimentari in polietilene dal punto di vista chimico.

Per l’industria è una iattura, perché il polietilene è il tipo di plastica più utilizzata negli imballaggi alimentari. Può garantire una eccellente lavorabilità e capacità di preservare la freschezza degli alimenti. Si trova comunemente in due varianti: il polietilene ad alta densità (HDPE) e quello a bassa densità (LDPE). Quest’ultimo viene utilizzato per gli involucri degli alimenti, mentre l’HDPE è frequentemente adoperato per bottiglie e detergenti.