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Con misure anti-smog e qualità aria in Ue riduzione 55% morti premature al 2030

La seconda relazione sulle prospettive per la qualità dell'aria della commissione Europea. “E’ possibile fare di più; la riduzione dell'inquinamento atmosferico comporterebbero benefici superiori ai costi, di salvare più vite umane, e di ridurre la pressione sugli ecosistemi”

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Foto di Karl Egger da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – “Nel 2030 il numero di morti premature dovute all’inquinamento atmosferico potrebbe ridursi di circa il 55% rispetto al 2005, se gli Stati membri attuassero tutte le misure concordate e annunciate nell’ambito dell’attuale legislazione dell’Ue in materia di inquinamento atmosferico”. E’ questa la conclusione della seconda relazione sulle prospettive per la qualità dell’aria – ‘Second clean air outlook’ – della Commissione Ue che, in questo modo, presenta le previsioni di riduzione dell’inquinamento atmosferico nell’Unione europea al 2030 e oltre.

Nella relazione si osserva come sia “possibile fare di più; infatti molte misure di riduzione dell’inquinamento atmosferico, se attuate efficacemente, comporterebbero benefici superiori ai costi”.

In questo modo – rileva il commissario Ue all’Ambiente Virginijus Sinkevicius – “questa relazione invia un messaggio chiaro: un’ulteriore riduzione dell’inquinamento atmosferico consentirebbe di salvare più vite umane e di ridurre la pressione sugli ecosistemi, oltre a essere economicamente fondata. È l’approccio che adottiamo con il Green deal europeo e con la nostra ambizione in materia di inquinamento zero. È fondamentale che tutti gli Stati membri attuino pienamente le misure concordate e pianificate e intensifichino gli sforzi per affrontare il problema delle emissioni”.

La relazione mostra che con la piena attuazione di tutta la legislazione esistente, la maggior parte degli Stati membri sarebbe in grado di rispettare gli impegni di riduzione per il 2030 per quattro dei cinque inquinanti atmosferici regolamentati dalla direttiva sugli impegni nazionali di riduzione delle emissioni (Nec). Inoltre viene fatto presente come “ulteriori misure per la qualità dell’aria, annunciate nei Programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico, accelererebbero ulteriormente i miglioramenti pianificati. Tuttavia queste misure “non sarebbero sufficienti a ridurre le emissioni di ammoniaca (il 90% delle quali proviene dal settore agricolo) ai livelli massimi consentiti”.

Poi nel rapporto si evidenza come “le misure per l’aria pulita in esame portano chiari benefici alla società, in quanto i benefici di queste misure saranno sempre superiori ai loro costi e contribuiranno ad aumentare il Pil a lungo termine”. Infine, in rilievo come si debbano creare sinergie tra le politiche che riguardano l’aria pulita e la lotta ai cambiamenti climatici.