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Salute e inquinamento: le microplastiche possono danneggiare i polmoni

Un team di ricercatori della Florida State University ha scoperto che l'esposizione alle microplastiche, anche per pochi giorni, può portare al rallentamento nel metabolismo e nella crescita delle cellule polmonari

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Continua la ricerca sugli effetti delle microplastiche sulla salute umana

(Rinnovabili.it) – L’inquinamento da microplastiche è ritenuto oggi uno dei più grandi problemi ambientali. Le piccolissime dimensioni di questi contaminanti, unitamente ad una sorprendete diffusione, ne fanno una minaccia crescente per gli ecosistemi naturali. Ma la scoperta relativamente recente della loro presenza massiva e le poche informazioni accumulate nel campo, ne fanno un avversario quasi sconosciuto. Ancora poco si sa, infatti, degli effetti sulla salute umana, nonostante la loro presenza nella catena alimentare sia un dato ormai certo.

A portare nuova luce sul problema è oggi una ricerca della Florida State University. Qui un team di scienziati ha approfondito il tipo di danno che le microparticelle di plastica possono causare ai polmoni, pubblicando i risultati su Chemical Research in Toxicology (testo in inglese)

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L’obiettivo del gruppo era valutare gli effetti a livello cellulare connessi all’inalazione e all’ingestione di tali frammenti. “Le materie plastiche sono materiali molto utili per la vita quotidiana. Sono indispensabili”, ha detto la professoressa di chimica e biochimica della FSU Qing-Xiang Sang. “Ma come esseri umani vogliamo vivere una vita sana; quindi dobbiamo pensare a modi per ridurre al minimo i potenziali effetti negativi della plastica”. I ricercatori hanno così scoperto che l’esposizione alle microplastiche anche solo per pochi giorni, sebbene non causi la morte cellulare, possa produrre alterazioni importanti.

Nel dettaglio, gli scienziati hanno concentrato i loro sforzi sul polistirolo, materiale largamente usato negli articoli monouso grazie alla sua robustezza. “Ma proprio la caratteristica che lo rende utile, lo fa persistere nell’ambiente”, ha sottolineato la ricercatrice Joan Hare. “E quando questi oggetti sono disseminati, si diffondo nel terreno e nell’aria”.  

Il team ha esposto le cellule polmonari in una capsula di Petri a piccole quantità di polistirene a livelli che si trovano comunemente nell’ambiente. Dopo solo pochi giorni, hanno potuto valutare come i processi metabolici della cellula fossero rallentati, la proliferazione cellulare inibita, la forma della cellula modificata, portando alla disaggregazione tra le singole unità. Inoltre, il team ha scoperto come le microplastiche assorbite formino un anello attorno al nucleo. “Le microplastiche non hanno ucciso le cellule, ma sicuramente qust’ultime non agivano normalmente”.

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Il team ha affermato che lo studio offre un primo passo per comprendere gli effetti delle microplastiche sulla salute umana, ma che i risultati sottolineano le preoccupazioni precedentemente sollevate per le persone con disturbi respiratori come cancro ai polmoni, asma, enfisema, polmonite, fibrosi o broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).