Uno studio apparso su Environmental Science and Technology quantifica l’ultimo dei 9 limiti del Pianeta, cioè quei parametri che hanno permesso al sistema Terra di restare stabile negli ultimi 10.000 anni. Produciamo troppe sostanze chimiche per riuscire a monitorarne gli effetti
Sforati i limiti del Pianeta per le “nuove entità” dal punto di vista geologico
(Rinnovabili.it) – Abbiamo oltrepassato i limiti del Pianeta per l’inquinamento da sostanze di origine artificiale. Il cocktail di sostanze sintetiche di origine chimica che produciamo – e che non riusciamo a smaltire senza danno per l’ambiente – è troppo grande. Troppo grande perché gli ecosistemi non si degradino. Ma troppo grande anche perché si riesca a monitorare davvero l’impatto di queste sostanze.
Tutto ruota attorno al concetto di limiti del Pianeta. Nel 2009, un team di ricerca aveva identificato 9 “soglie”, tra cui gas serra, strato di ozono, foreste, acqua e biodiversità, che congiuntamente hanno permesso alla Terra di restare stabile durante gli ultimi 10mila anni. Una di queste soglie, quella delle “nuove entità” (cioè sostanze artificiali), non era però stata quantificata. Uno studio apparso su Environmental Science and Technology adesso colma questo vuoto.
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“Noi sosteniamo che lo spazio operativo sicuro dei limiti del Pianeta per le nuove entità è superato poiché la produzione e le emissioni annuali stanno aumentando a un ritmo che supera la capacità globale di valutazione e monitoraggio”, afferma lo studio, che propone un modello per spiegare l’impatto (in gran parte ancora sconosciuto) che queste sostanze hanno sull’ambiente. Sotto la lente ci sono circa 350mila tipi diversi di sostanze chimiche che vengono prodotte e vendute sui mercati globali. Pesticidi, prodotti chimici per uso industriale, antibiotici, sostanze chimiche contenute nei prodotti di consumo, farmaci. E ovviamente la plastica.
Plastica che è l’osservato speciale. Contiene oltre 10mila altre sostanze chimiche, quindi il suo degrado nell’ambiente crea pericoli senza precedenti, argomentano i ricercatori. Soprattutto, la produzione di plastica è cresciuta a dismisura e non accenna a frenare. La massa totale di plastica sul Pianeta è ora più del doppio della massa di tutti i mammiferi viventi, e circa l’80% di tutta la plastica mai prodotta rimane nell’ambiente.
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“La produzione, l’uso e i rifiuti di plastica influenzano anche altri limiti del Pianeta”, spiega il ricercatore Carney Almroth, tra cui “il clima, attraverso l’uso di combustibili fossili, la terra e i sistemi di acqua dolce attraverso l’uso, l’inquinamento, i cambiamenti fisici, e la diffusione di specie invasive, geni di resistenza agli antibiotici e microbi patogeni negli oceani”. Se da un lato “la plastica ha aiutato a risolvere alcuni problemi ambientali grazie alla sua leggerezza e durata”, dall’altro “l’uso eccessivo e improprio sta avendo impatti devastanti sulla salute del pianeta”.