In un nuovo rapporto, il Wwf sintetizza i risultati di quasi 3.000 studi scientifici sull’impatto della plastica a livello globale. Entro il 2050 quella sversata negli oceani quadruplicherà
Il Wwf chiede un accordo globale in sede Onu contro l’inquinamento da plastica
(Rinnovabili.it) – Fra meno di 30 anni, ai ritmi attuali, negli oceani ci sarà il quadruplo della plastica. Uno scenario che comporta “rischi ecologici significativi” e vanifica gli sforzi “per proteggere e aumentare la biodiversità”. È l’inquinamento da plastica una delle minacce più pressanti e più sottovalutate, denuncia il Wwf in un rapporto che sintetizza i risultati di quasi 3.000 studi scientifici.
Già oggi la massa di tutta la plastica prodotta è il doppio della biomassa degli animali terrestri e marini. Ma secondo le previsioni, la produzione di questo polimero è destinata a raddoppiare entro il 2040. Attenzione ad inquadrare correttamente il problema, avverte l’ong: il punto non è ripulire, ma semmai migliorare la prevenzione.
L’appello del Wwf contro l’inquinamento da plastica
“Tutti i dati suggeriscono che la contaminazione da plastica dell’oceano sia irreversibile”, spiega Eva Alessi, responsabile sostenibilità Wwf Italia. “Agire a monte dell’inquinamento da plastica è molto più efficace che ripulire in seguito. Solo agendo ora all’unisono i governi, il mondo produttivo e la società potranno limitare la crisi planetaria della plastica”. L’appello del Wwf, a meno di un mese dall’importante riunione Unep a Nairobi, aggiunge una voce al coro di richieste per un accordo globale in sede Onu contro l’inquinamento da plastica.
Attenzione alle microplastiche
Un’azione tempestiva è necessaria, ma non risolverebbe comunque il problema in tempi brevi. L’inquinamento da plastica, infatti, ha una “coda lunga” dovuta al difficile smaltimento delle microplastiche. La concentrazione di frammenti plastici inferiori ai 5 mm nel 2050 “sarebbe comunque doppia rispetto a quella attuale nonostante gli sforzi messi in campo e, alcuni scenari, prevedono un aumento di 50 volte per il 2100”, si legge nel rapporto.
Uno degli hotspot globali per le microplastiche è proprio il Mediterraneo. “Nelle sue acque si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità di un ambiente marino: 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato”, continua il rapporto. Ogni anno il Mare Nostrum ingurgita 229mila t di rifiuti di plastica: “come se ogni giorno 500 container scaricassero in acqua il proprio contenuto”. Di queste, ben il 15% arriva dall’Italia – il secondo maggior inquinatore del Mediterraneo, dopo l’Egitto – come italiane sono le 5 città più inquinanti: Roma, Milano, Torino, Palermo e Genova.