Un nuovo report dell'EEA mostra come un decesso su otto in Europa sia è legato ad ambienti di scarsa qualità
(Rinnovabili.it) – Smog, contaminazione idrica, inquinamento acustico ed elettromagnetico, sostanze tossiche e cambiamenti climatici continuano a minare la salute degli europei. Gli ultimi dati dell’OMS mostrano come nell’UE il numero di morti per inquinamento ambientale ed eventi climatici estremi sia ancora notevolmente alto: nel 2012 ben 630mila persone sono decedute prematuramente a causa di quello che viene definito un ambiente di scarsa qualità. In tre parole, spiega oggi l’European Environment Agency (EEA), una morte su otto è ricollegabile agli effetti di clima e inquinamento.
A partire dai numeri dell’OMS, l’agenzia ha redatto il rapporto “Ambiente sano, vita sana: come l’ambiente influenza la salute e il benessere in Europa“. Il documento evidenzia come la qualità dell’ambiente europeo svolga un ruolo chiave nel determinare la nostra salute e il nostro benessere. E mostra come a risentire degli effetti negativi siano soprattutto le fasce sociali più deboli.
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“Esiste un chiaro legame tra lo stato dell’ambiente e la salute della nostra popolazione. Tutti devono capire che prendendoci cura del nostro pianeta non stiamo solo salvando gli ecosistemi, ma anche le vite, soprattutto quelle più vulnerabili”, ha affermato Virginijus Sinkevičius, Commissario europeo per Ambiente. “L’UE è dedita a questo approccio e con la nuova strategia per la biodiversità, il piano d’azione per l’economia circolare e altre iniziative imminenti siamo sulla buona strada per costruire un’Europa più resiliente e più sana per i nostri cittadini e non solo”.
Secondo il report, l’inquinamento atmosferico rimane la principale minaccia ambientale per la salute degli europei, con oltre 400.000 morti premature dovute dovute allo smog ogni anno. L’inquinamento acustico è al secondo posto con circa 12.000 vittime, seguito dagli impatti dei cambiamenti climatici, ondate di calore in primis.
Ma ogni Paese è diverso e gli effetti sembrano spaccare in due il Vecchio Continenete. Gli autori mostrano, infatti, come le morti per inquinamento ambientale ed effetti climatici varino sensibilmente tra Europa orientale e occidentale. La percentuale più alta di vittime nazionali (27%) attribuibili all’ambiente si trova in Bosnia ed Erzegovina; la più bassa (9%) in Islanda e Norvegia.
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“Le persone più povere sono esposte in modo sproporzionato all’inquinamento atmosferico e alle condizioni meteorologiche estreme, comprese le ondate di caldo e il gelo”, afferma il rapporto. “Questo è legato al luogo in cui vivono, lavorano e vanno a scuola, spesso in quartieri urbani socialmente svantaggiati e vicini a traffico inteso“. Unica nota positiva del documento: la qualità dell’acqua. La qualità delle acque di balneazione è considerata “eccellente” nell’85% dei casi e il 74% dei corpi idrici sotterranei – un’importante fonte di acqua potabile – mostra “un buono stato chimico”.