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Il conto dell’inquinamento industriale in Europa: 37mila morti e 100 mld di spesa evitabili

Un rapporto di EEB e CREA analizza l’impatto dell’inquinamento industriale in Europa e i benefici economici e sociali che deriverebbero dall’adottare standard più stringenti

Inquinamento industriale in Europa: 37mila morti e 100 mld di spesa evitabili
Foto di Alexa da Pixabay

3/4 dell’inquinamento industriale in Europa deriva da agricoltura intensiva e zootecnia

(Rinnovabili.it) – Un mese fa, l’Italia è stato l’unico paese Ue a votare contro la nuova Direttiva emissioni industriali, lo strumento con cui Bruxelles regola l’inquinamento generato dagli impianti industriali e dalla zootecnia. Eppure, se Roma decidesse di applicare dei limiti emissivi più stringenti, eviterebbe la morte prematura di 3.000 persone l’anno e avrebbe un risparmio di 8 miliardi di euro tra cure mediche e giornate di lavoro perse. Lo ha calcolato un rapporto di EEB e CREA che analizza l’impatto dell’inquinamento industriale in Europa e i benefici economici e sociali che deriverebbero dall’adottare standard più stringenti.

Altri paesi potrebbero contribuire anche più dell’Italia. Il rapporto stima che portare ai livelli più bassi, ma ancora fattibili, i limiti per l’inquinamento industriale in Europa, consentirebbe alla Germania di risparmiare 12.500 vite e 34 mld, mentre Francia e Polonia salverebbero entrambe 4.000 vite e 11 mld. In tutto, il potenziale dei Ventisette è di 37.000 morti premature evitate e 103 miliardi di euro di risparmio complessivo.

Nel dettaglio, limiti più bassi per le emissioni dei settori industriale ed energetico eviterebbero 10mila morti l’anno, 120mila ingressi in ospedale per patologie cardiache, oltre 7 milioni di giornate di lavoro perse, e una spesa di 28 miliardi. Molto più alti i risparmi che ci si può attendere da una sforbiciata decisa alle emissioni dell’agricoltura intensiva (quella contro cui l’Italia si è battuta in Europa): 27mila morti evitate e ben 75 mld di euro risparmiati.

Come ridurre l’inquinamento industriale in Europa?

Sono numeri raggiungibili se la revisione della Direttiva emissioni industriali, ancora in corso, manterrà l’ambizione della proposta attuale ed eliminerà alcune scappatoie e salvagenti vari. L’aspetto più rilevante è l’obbligo che si vuole introdurre per le industrie di calibrare i propri livelli emissivi sulle migliori tecnologie disponibili (Best Available Techniques, BAT) per ridurlo, e in particolare sul sottogruppo di BAT più efficiente. Cancellando, però, il lunghissimo periodo di assestamento, ora fissato a 14 anni.

“I requisiti di controllo dell’inquinamento atmosferico per le centrali elettriche, l’industria pesante e l’agricoltura nell’UE sono rimasti molto indietro rispetto alle migliori pratiche, causando decine di migliaia di morti evitabili ogni anno. L’onere economico associato all’inquinamento supera di gran lunga qualsiasi beneficio economico derivante da limiti di emissione annacquati. La revisione della Direttiva sulle emissioni industriali è un’occasione unica per migliorare la qualità dell’aria in Europa e proteggere la salute dei cittadini”, commenta Lauri Myllyvirta di CREA.