14 Stati presentano all’IMO una proposta con misure deboli e insufficienti. E nessuna è vincolante. In pratica, tutto congelato per questo decennio
Senza agire ora, a metà secolo le emissioni navali saranno fino al 130% di quelle del 2008
(Rinnovabili.it) – La soluzione per tagliare le emissioni navali? Non fare nulla fino al 2030. E’ con questa proposta-farsa che una pattuglia di 14 Stati si presenterà la prossima settimana all’incontro dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO) dove si discuteranno nuovi standard ambientali per il comparto marittimo. Tra i 14 ci sono alcuni pesi massimi del trasporto marittimo globale come Giappone, Cina, Corea del Sud e Norvegia. E anche paesi UE come Germania, Francia, Grecia e Danimarca.
Nella proposta, di cui una bozza è finita nelle mani dei giornalisti di Climate Home, questi paesi suggeriscono di imporre una combinazione di misure tecniche e operative da introdurre su tutto il naviglio oggi esistente al mondo (circa 60mila navi). Tra le misure proposte si va dalla riduzione della potenza del motore all’introduzione di obiettivi di intensità di carbonio a livello di singola nave.
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Ma il documento è in realtà un enorme biglietto omaggio per continuare a inquinare. Perché nessuno di questi punti è obbligatorio. Tutto viene lasciato alla discrezione dei paesi. Che non hanno molti incentivi a adeguarsi per tempo né tanto meno a adottare criteri più stringenti. Di fatto, questa proposta entrerebbe in vigore soltanto nel 2030.
L’IMO ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni navali di CO2 di almeno il 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2008, con un’intensità di carbonio ridotta del 40% entro il 2030. La proposta in discussione settimana prossima non è assolutamente allineata con questi obiettivi né con quelli stabiliti dall’accordo di Parigi.
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La navigazione internazionale produce circa 1 miliardo di tonnellate di emissioni di gas serra ogni anno, pari al 3% delle emissioni globali annuali. Senza ulteriori azioni, le emissioni delle navi nel 2050 dovrebbero raggiungere il 90-130% dei livelli del 2008.