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Lo zampino di Francia e Germania nell’accordo Onu sulle emissioni delle navi

Siglato in sede IMO un accordo che riduce le emissioni solo dell’1% al 2030. Il comparto navale fa blocco e rallenta la decarbonizzazione. Soluzione che piace anche a Parigi e Berlino

Emissioni delle navi
Credits: JanBirdie da Pixabay

Con le nuove regole le emissioni delle navi cresceranno del 14% in 10 anni

(Rinnovabili.it) – Dietro le misure per più efficienza energetica c’è un permesso a inquinare per i prossimi 10 anni. E’ questo il lato nemmeno troppo nascosto dell’accordo siglato ieri in sede IMO sulle emissioni delle navi. L’International Maritime Organization, l’agenzia delle Nazioni Unite che segue tutte le questioni legate alla navigazione marittima internazionale, ha deciso ancora una volta di non alzare il livello di ambizione climatica.

Il 17 novembre il Marine environment protection committee (MEPC), il tavolo dell’IMO che discute le questioni ambientali, ha dato il via libera alle nuove misure di riduzione delle emissioni delle navi. I provvedimenti nel complesso avranno un impatto molto limitato. Le emissioni continueranno a salire, almeno fino al 2030. E i tagli, sommati tra loro, le ridurranno soltanto dell’1%. Alla fine del decennio, quindi, si stima che le emissioni delle navi saranno del 14% più alte di quelle odierne.

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Nel dettaglio, le misure mirano a ridurre l’intensità di carbonio delle navi esistenti del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2008. E si aggiungono alle norme di efficienza energetica già concordate per le nuove navi. Il saldo positivo si ottiene quando si considera l’incremento del traffico marittimo previsto durante il decennio.

Dal 2026, le navi dovranno rispettare obiettivi obbligatori di intensità di carbonio. Ma anche questa obbligatorietà ha dei punti deboli. Gli obiettivi possono essere raggiunti attraverso la riduzione della velocità o l’uso di combustibili alternativi. E la conformità sarà monitorata calcolando i valori su periodi di 3 anni, con le navi che dovranno soddisfare lo standard solo un anno su tre.

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Uno studio recente dell’ICCT, l’International Council on Clean Transportation, calcola che per raggiungere l’obiettivo dell’IMO di ridurre le emissioni globali del comparto navale di almeno il 50% entro il 2050 dal livello del 2008, le emissioni dovrebbero diminuire almeno il 15% entro il 2030. Ma per cercare di rispettare l’obiettivo più ambizioso di Parigi, cioè limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, entro fine decennio le emissioni delle navi dovrebbero calare ben del 70%.

 “L’IMO ha dato il via libera a un decennio di aumento delle emissioni di gas serra delle navidichiara Faïg Abbasov, direttore del settore navi di T&E – L’Europa deve ora assumersi la responsabilità e accelerare l’attuazione del Green Deal”. Anche se alcuni paesi europei giocano una partita sporca al tavolo dell’IMO e rispolverano credenziali green non appena tornano a Bruxelles. Infatti, la proposta approvata ieri al MEPC è una fusione di proposte avanzate da Germania, Francia e Danimarca (e Giappone).