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C’è un’emergenza PFAS in Lombardia: il 20% delle acque potabili è contaminato

Secondo i risultati delle analisi delle ATS (Agenzia di Tutela della Salute) e degli enti gestori delle acque lombarde, su circa 4000 campioni ben 738 (il 18,9%) rivela la presenza di composti per e polifluoroalchilici

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L’indagine di Greenpeace Italia rivela la prima mappa della contaminazione da PFAS nella regione

(Rinnovabili.it) – Non solo il Veneto. C’è un’emergenza PFAS in Lombardia: in 1 litro di acqua potabile su 5 c’è la presenza di composti poli e perfluoroalchilici. Le autorità lo sanno da molti anni, in alcuni casi anche dal 2018. Ma non è stata fatta alcuna campagna di informazione. Tenendo i lombardi all’oscuro sull’entità del problema, che è collegato alla possibile insorgenza di tumori e a molti altri problemi di salute (problemi a tiroide, fegato, sistema immunitario e altri).

A rivelarlo è un’indagine di Greenpeace Italia, che è riuscita a mettere le mani sui risultati delle analisi condotte sulle acque potabili nella regione da parte delle ATS (Agenzia di Tutela della Salute) e degli enti gestori delle acque lombarde tramite diverse richieste di accesso agli atti.

Il risultato è “sconcertante”, sottolinea l’organizzazione ambientalista: “Si può dire con certezza che sono migliaia i cittadini lombardi che, dal 2018, hanno inconsapevolmente bevuto acqua contenente PFAS, usata anche per cucinare o irrigare campi e giardini. Ma non solo: non si può escludere che queste contaminazioni stiano andando avanti tuttora”.

I numeri dell’emergenza PFAS in Lombardia

Finora, l’analisi della presenza di PFAS nelle acque non era obbligatoria in Italia. Lo diventerà solo nel prossimo futuro, con il recepimento della Direttiva comunitaria 2020/2184 avvenuto tramite il dlgs 18 del 23 febbraio 2023. I dati disponibili, quindi, sono parziali: mancano molti Comuni, i siti dei prelievi sono a macchia di leopardo, l’analisi dell’emergenza PFAS non è quindi affatto sistematica. Ciò nonostante, sui quasi 4 mila campioni analizzati, 738 (il 18,9%) è risultato positivo alla presenza di queste sostanze.

La maglia nera spetta alla provincia di Lodi, con l’84,8% dei risultati dei campioni positivo alla presenza di PFAS. Seguono poi le province di Bergamo e Como, rispettivamente con il 60,6% e il 41,2% dei campioni contaminati. L’area milanese si attesta a metà classifica, con un quinto delle analisi positive. Ma in termini di numero di campioni con presenza di PFAS, la provincia di Milano arriva prima con 201, davanti alla provincia di Brescia (149) e Bergamo (129).