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L’acqua del disastro di Fukushima finirà in mare dalla primavera 2023

Arrivano i dettagli di uno dei passaggi più controversi del processo di decommissioning dell’impianto di Dai-ichi: lo sversamento nell’oceano di 1,27 mln di t di acqua contaminata e poi trattata. Sarà costruito un tunnel lungo 1 km per il rilascio

Disastro di Fukushima: rilascio acqua nell’oceano da primavera 2023
Di IAEA Imagebank – https://www.flickr.com/photos/iaea_imagebank/8657963686/, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=56218683

La decisione della Tepco a 10 anni dal disastro di Fukushima

(Rinnovabili.it) – Inizierà nella primavera del 2023 lo sversamento nell’oceano delle acque contaminate (e poi trattate) dal disastro di Fukushima. Lo ha annunciato oggi la Tepco, la compagnia giapponese che gestisce l’impianto di Daiichi colpito dal terremoto e dallo tsunami del 2011. Per dare il via all’operazione bisognerà attendere la costruzione di un tunnel sottomarino lungo un chilometro e dal diametro di 2,5 metri.

È questa la soluzione scelta dalla Tepco per sbarazzarsi dei circa 1,27 milioni di tonnellate di acqua decontaminata, stoccata provvisoriamente in un migliaio di cisterne nei pressi dell’impianto. Che continuano a riempirsi. A 10 anni dal disastro di Fukushima, infatti, è ancora necessario pompare acqua di mare all’interno dei reattori devastati dall’incidente. Il liquido serve per raffreddare il nocciolo fuso e nel processo viene così contaminato.

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Perché il tunnel? La scelta è stata presa per evitare che le acque rilasciate tornino immediatamente a riva, fa sapere l’azienda. Pochi i dettagli rivelati nella conferenza stampa. Il responsabile del decommissioning dell’impianto, Akira Ono, ha solo assicurato che prossimamente la Tepco spiegherà a fondo tutti i punti di questo passaggio delicato.

Ma l’azienda ha già iniziato a pararsi dalle critiche più forti. Quelle che vengono dall’industria ittica e dalle associazioni di pescatori – non solo quelle giapponesi, anche quelle coreane e cinesi. Il timore è che l’acqua – anche se trattata per eliminare tutti gli elementi radioattivi (salvo il trizio) e diluita prima del rilascio – lasci una traccia pesante, se non sui prodotti, sulla reputazione dei marchi. Per questo la Tepco si è detta pronta a offrire delle “compensazioni reputazionali”.

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Intanto il governo ha messo in campo misure aggiuntive per assicurare che lo sversamento abbia ricadute negative minime. Via libera alle ispezioni dell’Aiea, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica, che è invitata a monitorare da vicino l’operazione.

E un occhio di riguardo per la pesca: Tokyo sta preparando un fondo per acquistare il pescato e congelarlo, in modo da tamponare eventuali cali nelle vendite. Non manca la consueta iniziativa di awareness-raising: per dimostrare la sicurezza dell’acqua trattata, l’esecutivo avvierà un allevamento di pesce nel liquido da rilasciare.