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EEA, Coronavirus: calano i livelli medi di NO2, ma non basta

Snocciolati ieri dall’European Environment Agency, i dati relativi ai livelli medi di NO2 mostrano un significativo calo in tutte le principali città italiane, spagnole e portoghesi. Le drastiche misure di contenimento hanno permesso un significativo abbassamento degli inquinanti nell’aria, ma non basta: per combattere il Climate Change servono politiche a lungo termine

livelli medi di NO2
Foto di Andreas Lischka da Pixabay

Il calo registrato dalla EEA nei livelli medi di NO2 rischiano di trarre in inganno

(Rinnovabili.it) – Drasticamente limitato a seguito di ordinanze sempre più stringenti, il traffico stradale in Italia – e in Europa – sta concededno alle città una pausa dai consueti alti livelli di smog. I veicoli circolanti per le città si contano ormai sulle dita di una mano e, stando ai dati diffusi pochi giorni fa, anche traffico autostradale si è ridotto (meno 40-56%). E la qualità dell’aria ne ha subito risentito, sia sul fronte degli inquinanti che dei gas serra. 

Ma quanto gli impatti delle severe misure anti Covid hanno davvero influito sulla sui livelli di contaminanti nelle principali città europee?

Alla domanda tenta di rispondere l’European Environment Agency che, sul proprio sito, ha pubblicato ieri alcuni numeri relativi ai livelli di biossido di azoto (NO2) – un inquinante emesso principalmente dal trasporto su strada. I dati appartengono alle ultime registrazioni effettuate a marzo in Italia, Spagna e Portogallo. 

A Milano, ad esempio, le concentrazioni medie di NO2 nelle ultime quattro settimane sono state inferiori di almeno il 24% rispetto alle quattro settimane precedenti quest’anno. La concentrazione media durante la settimana del 16-22 marzo è stata del 21% inferiore rispetto alla stessa settimana del 2019. A Roma, il calo ha toccato il 26-35%. Il taglio più significativo è stato riscontrato a Bergamo, una delle città italiane più colpite dall’epidemia ma anche tra quelle con i più alti livelli di smog. In queste ultime quattro settimane, la capoluogo lombardo ha registrato infatti un calo costante dell’inquinamento da NO2, con la concentrazione media durante la settimana del 16-22 marzo inferiore del 47% rispetto alla stessa settimana del 2019.

Tendenze simili si possono vedere in altri centri urbani europei in cui sono state implementate misure di blocco durante la settimana del 16-22 marzo. 
A Barcellona, per esempio, ​​i livelli medi di NO2 sono diminuiti del 40% in una sola settimana, con una riduzione del 55% rispetto alla stessa settimana del 2019. A Madrid la riduzione è arrivata al 56% mentre a Lisbona le concentrazioni sono calate del 40% da una settimana a quella successiva.

I dati non vanno, però, letti come buone notizie. Affrontare i problemi di qualità dell’aria a lungo termine – specifica l’EEA – richiede politiche ambiziose e investimenti lungimiranti. Al contrario, la riduzione del traffico di queste ultime settimane non può in alcun modo essere intesa come una “politica a lungo termine”, né tantomeno – per usare le parole del direttore esecutivo EEA Hans Bruyninckx – una “transizione giusta e ben gestita verso una società resiliente e sostenibile”. 

Un monito, lo ricordiamo, decisamente allineato a quello fatto pochi giorni fa dal segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, secondo il quale, oltre a condizione “temporanea”, la riduzione delle emissioni da Coronavirus rischierebbe anche di distrarci da un’azione costante contro il Climate Change. 

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