Poco vento e precipitazioni scarse causano un’emergenza siccità e innalzano il livello di smog e polveri sottili in molte regioni italiane. Una prima forma di intervento è l’ampliamento della superficie di verde pubblico e privato impiegando le piante più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei diversi territori
Il 47% dei cittadini ritiene che l’inquinamento urbano sia la prima emergenza ambientale
Il verde ci salverà? Forse non da solo, ma una mano ce la darà sicuramente. La situazione climatica non accenna a migliorare e questo inverno è già emergenza siccità.
A causa dell’assenza di vento e di pioggia l’allarme smog e polveri sottili è scattato in molte regioni italiane.
La diminuzione del potenziale idrico
La portata del Po è quasi dimezzata rispetto allo scorso anno e ha raggiunto il dato più basso degli ultimi sedici anni (dato ANBI). Non è che altrove la situazione sia migliore, anche i laghi come Maggiore e Como sono sotto la media storica del periodo.
A questo si aggiunge la diminuzione del potenziale idrico stoccato nell’arco alpino e lungo la dorsale appenninica sotto forma di neve.
Lo smog nelle città dipende dalla concomitanza di fattori diversi: cambiamenti climatici, traffico, pochi spazi verdi. Il 47% dei cittadini ritiene che l’inquinamento dell’aria sia la prima emergenza ambientale. In alcune città, ad esempio a Roma, tornano le domeniche ecologiche che pure non hanno mai sortito effetti di rilievo.
Ripensare lo sviluppo delle città
Come si può intervenire in modo strutturale? Se da un lato si deve ripensare lo sviluppo delle città e degli spostamenti dei cittadini, Coldiretti individua una prima forma di intervento ampliando la superficie di verde pubblico e privato impiegando le piante più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei diversi territori.
In Italia ogni abitante dispone in media di appena 31 mq di verde urbano: pertanto si ritiene strategico puntare su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini che contribuisca a migliorare la qualità dell’aria.
In sostanza, Coldiretti suggerisce la creazione di «vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili».
La proroga del bonus verde
La proroga del bonus verde prevista nella manovra di bilancio favorisce la piantumazione di nuovi alberi e quindi l’ampliamento degli spazi verdi, favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato.
Il bonus permette una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili.
Lo stanziamento di 330 milioni di euro per la forestazione urbana – in linea con il PNRR – consente di piantare 6,6 milioni di alberi. Proteggere le aree verdi esistenti e crearne di nuove è la chiave per preservare e valorizzare la biodiversità e salvaguardare gli ecosistemi: una pianta adulta cattura dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante cattura 20mila kg di anidride carbonica (CO2) all’anno.