Morassaut: “A distanza di quasi 15 anni dall’emanazione del Testo unico serve un restyling della normativa tecnica sulle bonifiche, facendo tesoro dell’esperienza maturata in questi anni”
(Rinnovabili.it) – Il Ministero dell’Ambiente è ancora al lavoro sul Collegato Ambientale alla legge di Bilancio 2020. Secondo quanto riferito in questo giorni da Public Policy, è poco probabile che il provvedimento veda la luce prima della fine di febbraio. In queste settimane, tuttavia, il dicastero ha anticipato alcuni dei contenuti del ddl, a partire dalle promesse novità in fatto di acquisti verdi (il cosiddetto green public procurement). Modifiche sono attese anche sul fronte “bonifiche“. Come spiegato oggi dal sottosegretario di Stato Roberto Morassu, nel corso del workshop romano “SiCon 2020- Siti contaminati. Esperienze negli interventi di risanamento”, l’obiettivo del governo è “restituire il territorio alle comunità” e farlo in tempi rapidi. “Per questo dobbiamo agire sulla normativa esistente intervenendo sulle debolezze del sistema oggi vigente”. Il riferimento è soprattutto al Titolo V del Testo Unico ambientale, insieme di articoli che disciplinano gli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti contaminati definendone procedure, criteri e modalità.
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“Nel Collegato Ambientale vogliamo proporre una norma di delega al Governo con la modifica del Titolo V del Testo Unico Ambientale. È un processo complesso, che chiede il coinvolgimento di più attori, ma va fatto”, ha spiegato Morassu. “A distanza di quasi 15 anni dall’emanazione del Testo unico serve un restyling della normativa tecnica sulle bonifiche, facendo tesoro dell’esperienza maturata in questi anni”.
Il Collegato ambientale 2020 è stato individuato dal Governo come uno degli strumenti normativi essenziali del Green Deal italiano, assieme al decreto Clima, la legge Salva mare e la Nadef. Il del riporta annualmente le disposizioni per promuovere misure di green economy e per l’uso efficiente delle risorse naturali e nella versione 2020 dovrebbero essere inserite nuove norme strutturali orientate alla semplificazione e sburocratizzazione delle procedure vigenti.
“La bonifica dei siti contaminati è una priorità per un Paese come il nostro, caratterizzato da grandi eccellenze nell’economia circolare, nel capitale naturale, nella biodiversità, ma fragile e fortemente inquinato”, ha concluso il Sottosegretario – Il Green New Deal deve partire proprio da un grande programma di risanamento dei suoli, agendo su dissesto idrogeologico, risanamento e rigenerazione urbana”.
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