Gange: la mossa giuridica è stata salutata con favore dagli ambientalisti perché permette di rendere più incisiva la lotta contro l'inquinamento delle acque
(Rinnovabili.it) – I fiumi indiani Gange e Yamuna sono persone giuridiche. Lo ha deciso lunedì un tribunale dello Stato dell’Uttarakhand, accordando al fiume sacro per oltre 1 miliardo di indiani e al suo maggior tributario lo stesso status riconosciuto dalla legge agli esseri viventi. Non si tratta di una stramberia. La mossa è stata salutata con favore dagli ambientalisti, perché permette di rendere più incisiva la lotta contro l’inquinamento delle acque: da oggi inquinare o danneggiare quei fiumi è assimilabile, dal punto di vista legale, ad arrecare danno ad una persona.
I giudici Rajeev Sharma e Alok Singh hanno determinato che Gange e Yamuna, insieme a tutti i loro tributari, sono “entità legali e viventi, aventi lo status di persona giuridica, con tutti i derivanti diritti, doveri e responsabilità”. Per arrivare a questa decisione i magistrati hanno fatto riferimento ad un altro caso analogo, che risale alla settimana scorsa. Il governo della Nuova Zelanda, infatti, ha da poco dichiarato che il fiume Whanganui, sacro per il popolo Maori, è da considerare alla stregua di un essere vivente con pieni diritti legali.
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Si tratta del primo caso del genere in tutto il mondo, e certo non si può dire che sia stata una vittoria facile: i Maori lottavano da 140 anni per far riconoscere quel corso d’acqua come loro “antenato”. Perciò danneggiare il fiume è riconosciuto dalla legge pari a danneggiare le tribù stesse, in quanto vanno considerate come una sola, singola entità. E il Whanganui non può essere trattato soltanto dalla prospettiva della proprietà e della gestione delle sue risorse.
Tornando in India, non è chiaro quali potranno essere le conseguenze della sentenza dei giudici. Gange e Yamuna, infatti, attraversano metropoli come Delhi e Calcutta e si calcola che ogni giorno vengano sversati nei loro corsi 1,5 miliardi di acque reflue non trattate e 500mila litri di reflui industriali. Difficile immaginare che tutto ciò venga meno nel giro di poche ore. Ma come mettere in pratica il nuovo status dei due fiumi? Per il momento il tribunale ha nominato tre custodi legali responsabili per la conservazione e la protezione dei fiumi. Nel giro di tre mesi dovrebbe essere creato un board di gestione delle loro acque. Sarà in teoria questo ente a poter promuovere azioni legali per conto del Gange e dello Yamuna.