Lo studio dell'università di Leicester dimostra come alcuni batteri responsabili di malattie gravi dell'apparato respiratorio vengono rinforzati da inquinanti come il nerofumo
(Rinnovabili.it) – Il particolato di carbonio disperso in atmosfera può aumentare la resistenza ai farmaci dei batteri che causano malattie dell’apparato respiratorio. Lo afferma uno studio condotto dall’università di Leicester durato 4 anni, che si è concentrato su come l’inquinamento dell’aria modifica i microorganismi che colpiscono naso, gola e bronchi dell’uomo. La ricerca permette di ottenere stime più precise degli effetti dell’inquinamento sulla salute.
L’inquinante al centro dello studio (conosciuto anche come black carbon o nerofumo) è un agglomerato formato da particelle ricche di carbonio, che viene prodotto e immesso in atmosfera dalla combustione di diesel, biomassa e biocombustibili. Hanno una dimensione inferiore ai 10 micrometri (PM10) ed è attorno a tali particelle che si forma gran parte di quello che comunemente chiamiamo smog, specie nelle aree urbane. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) classifica il particolato di carbonio come sostanza “probabilmente cancerogena”, inserendola nel gruppo 2B.
Secondo le stime più recenti dell’OMS, i tassi di inquinamento sono cresciuti dell’8% a livello globale negli ultimi 6 anni e il 98% delle persone in aree urbane a basso reddito sono a rischio. L’inquinamento dell’aria è il maggior rischio ambientale per la salute: PM10 e PM2,5 causano oltre 3 milioni di morti l’anno nel mondo.