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Inquinamento atmosferico industriale, in Europa costa almeno 60 mld

Dei 30 impianti più inquinanti d’Europa, 26 sono alimentati a carbone e lignite e si trovano principalmente in Germania e in Europa orientale

Inquinamento atmosferico industriale, in Europa costa almeno 60 mld

 

(Rinnovabili.it) – Tra i 59 i 189 miliardi di euro. Questo quanto è costato all’Europa, solo nel 2012, inquinamento atmosferico industriale. Cifre spropositate, presentate in questi giorni nero su bianco dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) nel nuovo rapporto di valutazione Costs of air pollution from European industrial facilities – an updated assessment. La stima firmata dall’AEA fa girare la testa, soprattutto se si considera che le cifre presentate sono approssimativamente equivalenti al PIL della Finlandia. Il report ha valutato nel dettaglio una serie di effetti dannosi provocati dall‘inquinamento dell’aria – tra cui le morti premature, i costi ospedalieri, le giornate di lavoro perse, i problemi di salute, i danni agli edifici e i ridotti rendimenti agricoli – spiegando che la forbice di costi risultanti è frutto dei diversi metodi attualmente utilizzati dai governi per calcolare queste esternalità. L’operazione di screening della relazione AEA entra però nello specifico, rivelando anche i nomi delle strutture più dannose in Europa  e le spese a carico di ognuno dei ventotto stati membri.

 

Si scopre così che dei trenta impianti più inquinanti d’Europa, ben ventisei sono alimentati a carbone e lignite e si trovano principalmente in Germania e in Europa orientale. “Questa analisi – ha commentato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA  – mostra che le tecnologie utilizzate da questi impianti si tirano dietro costi nascosti per la nostra salute e l’ambiente. Ma l’industria è solo una parte del quadro: è importante riconoscere che anche altri settori, soprattutto il trasporto e l’agricoltura, contribuiscono anche alla scarsa qualità dell’aria”. Otto dei primi trenta impianti sono situati in Germania, sei sono in Polonia, quattro sono in Romania, tre in Bulgaria e nel Regno Unito, due si trovano in Grecia, mentre la Repubblica ceca, l’Estonia, l’Italia e la Slovacchia ne hanno tutti uno ciascuno.

 

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