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Innovazione agroalimentare, quella italiana è in mano a 98 startup

L’Osservatorio Smart AgriFood ha censito le realtà italiane a cui è affidato il futuro del settore. La maggior parte è concentrata in Lombardia  ed Emilia Romagna

Innovazione agroalimentare

 

 

Quando l’innovazione agroalimentare parla italiano

(Rinnovabili.it) – Quando si parla di startup, una delle associazioni mentali più ricorrenti è quella con l’industria 4.0, complesso insieme che racchiude tutti progetti di digitalizzazione e automatizzazione del processo produttivo. Ma l’industria non è solo settore a beneficiare dello sguardo rivoluzionario delle imprese innovative, come dimostra oggi l’Osservatorio Smart AgriFood. Frutto della collaborazione fra il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Brescia, l’Osservatorio nasce con l’obiettivo di comprendere in profondità le innovazioni digitali che stanno trasformando la filiera agricola e agroalimentare. E secondo quanto rivelato a pochi giorni dall’inizio delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona 2018 (di cui la piattaforma è partner scientifico), la filiera ha abbracciato la spinta al rinnovamento 4.0 a più livelli.

 

Il censimento dell’Osservatorio Smart AgriFood ha portato alla luce ben 98 startup italiane attive nel settore agroalimentare, molte delle quali localizzate in Lombardia (33 per cento del totale) e in Emilia Romagna (17 per cento). Seguono ad una certa distanza il Lazio (9 per cento), il Veneto (8 per cento) e la Campania (6 per cento). “Le nuove imprese, quelle che ora sono chiamate startup, incentivano e generano la ricchezza futura di un settore”, spiega Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood e cofondatore degli Osservatorio Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano. “La forte crescita delle Startup Smart AgriFood riscontrata in Italia nell’ultimo biennio è perciò un dato estremamente positivo”.

 

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Analizzando i mercati di riferimento emerge come l’approccio all’innovazione agroalimentare punti a soluzioni tecnologiche trasversali a più ambiti agricoli e agro-alimentari. “Le Startup che lavorano sull’Agricoltura 4.0 stanno puntando in modo deciso sulla raccolta, gestione ed elaborazione dei dati, cercando di collaborare sempre più con le imprese consolidate di qualsiasi filiera produttiva, dal vitivinicolo all’ortofrutta, dall’olivicolo al cerealicolo, ecc.”, ha aggiunto Andrea Bacchetti, co-Direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood e Ricercatore dell’Università degli Studi di Brescia. In tal senso i settori più ricercati appaiono essere quello vitivinicolo (17 per cento) e l’ortofrutticolo (14 per cento). Il 4 per cento delle startup analizzate offre invece soluzioni per il settore lattiero-caseario, volte ad esempio a monitorare e migliorare il benessere animale oppure a controllare la qualità dei prodotti nelle fasi produttive.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.