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In Belgio l’isola sopra le bombe abbandonate

Il Belgio sta valutando la costruzione di un’isola artificiale al largo di Knokke per contrastare l’innalzamento del livello del mare e proteggere la costa dall’inquinamento che potrebbe derivare dalle 35.000 tonnellate di bombe chimiche abbandonate sui fondali

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Veduta panoramica del porto di Zeebrugge

 

L’isola anti innalzamento del livello del mare fa parte del piano di sviluppo delle acque belghe 2020-2026

 

(Rinnovabili.it) – Contrastare l’innalzamento del livello del mare e proteggere la costa dal possibile inquinamento dovuto a circa 35.000 tonnellate di bombe chimiche abbandonate sui fondali marini. A quanto pare, il Belgio sembra intenzionato a investire sulla costruzione di un’isola artificiale al largo della località balneare Knokke che, oltre a proteggere le coste dall’innalzamento del livello del mare, potrebbe tornare utile anche per mantenere al sicuro il gas velenoso contenuto nelle granate abbandonate dai tedeschi sul fondo marino durante la Prima Guerra Mondiale.

 

Depositate, si legge nell’articolo pubblicato dal Guardian, intorno al 1919 in barili d’acciaio a meno di un chilometro dalla costa belga, perché all’epoca si pensava fosse il modo migliore per proteggere le persone dall’esposizione al materiale tossico, queste bombe belliche sono state presto dimenticate per poi essere riscoperte nel 1971, durante i lavori per l’espansione del porto di Zeebrugge. In quell’occasione è stato preso in considerazione il pericolo derivante da eventuali perdite di gas, ma, a causa di costi troppo elevati, all’azione si è preferito il monitoraggio del sito. Oggi invece, nell’ottica di un piano di sviluppo delle acque belghe che partirà nel 2020, si presenta l’occasione per mettere una pietra sopra a questo triste capitolo di storia.

 

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Come riferito dal biologo e portavoce del Flanders Marine Institute, Jan Seys, i progettisti sono ancora in fase di esplorazione e di osservazione dei fondali marini. In altre parti del mondo esistono discariche tossiche simili, contenenti quantità persino maggiori di sostanze tossiche, ma proprio per la profondità del sito, a soli 5-10 metri dal livello dell’acqua, quello belga è considerato unico nel mondo. La necessità di trovare una soluzione a lungo termine, poi, è dettata anche dalla vicinanza al porto di Zeebrugge, uno dei più trafficati in Europa; l’obiettivo è infatti scongiurare possibili impatti con navi in traffico nelle rotte marine del Mare del Nord. Ulteriori indagini geomorfologiche sullo stato dei fondali e sulla discarica di munizioni verranno lanciate nel corso del prossimo anno.