Bisognerà aspettare ancora quattro o sei settimane per avere delle precipitazioni consistenti, tali da venire in soccorso delle squadre antincendio. Nel frattempo, le fiamme bruciano intere comunità, specialmente nel Nuovo Galles del Sud.
Nonostante la pioggia, gli incendi in Australia non danno tregua al paese, mentre il primo ministro difende le sue politiche climatiche.
(Rinnovabili.it) – La pioggia e una temperatura più fresca vengono in soccorso dell’Australia, concedendo una piccola tregua rispetto agli incendi che imperversano nel paese da giorni. Tuttavia, a breve ci si aspetta il ritorno di un clima più caldo, che metterà di nuovo a dura prova gli sforzi delle squadre antincendio che combattono senza sosta contro le fiamme.
Gli incendi in Australia stanno lasciando dietro di sé una lunga scia di disastri: il leader del Nuovo Galles del Sud, Gladys Berejiklian, parla di uno scenario catastrofico, in cui intere comunità sono state del tutto distrutte. “Abbiamo avuto la notizia devastante che non è rimasto molto nella città di Balmoral, una città a 120 chilometri a sud ovest di Sydney con una popolazione di circa 400 persone”, ha dichiarato a Reuters Berejiklian. Quasi 100 incendi erano ancora attivi nel Nuovo Galles del Sud nel tardo pomeriggio di domenica, anche se nessuno è stato classificato come un’emergenza.
Le autorità, intanto, hanno dichiarato che i grandi incendi continueranno a bruciare in tutto il Nuovo Galles del Sud in assenza di precipitazioni significative, che non sono previste per settimane. Il commissario per i servizi antincendio rurali, Shane Fitzsimmons, ha infatti sottolineato che bisognerà aspettare dalle quattro alle sei settimane per avere un significativo cambiamento delle condizioni meteorologiche.
In tutto questo, il primo ministro australiano Scott Morrison, ritornato dalle sue vacanze nelle Hawaii, difende a spada tratta le politiche climatiche del paese. In particolare, Morrison ha affermato che così come non esiste alcun legame tra i cambiamenti climatici e gli eventi meteorologici catastrofici, allo stesso modo non è credibile stabilire un collegamento diretto tra gli incendi in Australia e il riscaldamento globale.
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All’inizio di questo mese, l’Australia aveva attirato pesanti critiche in occasione della COP25 sul Clima proprio per la sua politica sui cambiamenti climatici e, soprattutto, la sua volontà di utilizzare i vecchi crediti di carbonio per contare sul raggiungimento dei suoi obiettivi sulle emissioni. L’Australia, infatti, è uno dei maggiori produttori di carbonio procapite al mondo, a causa della dipendenza del suo mix energetico dalle centrali elettriche a carbone. Nonostante il governo si sia impegnato a ridurre le emissioni di carbonio del 26% entro il 2030, i critici accusano Morrison e la sua squadra di non agire risolutamente e concretamente in questa direzione.