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Gli impegni presi con l’Accordo di Parigi non bastano per restare sotto i 2°C

Bisogna raddoppiare, se non triplicare gli impegni presi alla COP21: anche rispettandoli alla lettera emetteremo 14 miliardi di tonnellate di gas serra di troppo

Gli impegni presi con l'Accordo di Parigi non bastano per restare sotto i 2°C

 

(Rinnovabili.it) – Gli impegni sul clima presi con l’Accordo di Parigi sono di gran lunga insufficienti: bisogna raddoppiarli, se non addirittura triplicarli. È il crudo risultato di uno studio condotto da 7 scienziati che hanno rivestito incarichi internazionali di rilievo, tra cui Robert Watson, ex capo del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’Onu (IPCC). Secondo questa nuova ricerca, con gli obiettivi fissati alla COP21 il riscaldamento globale supererà la soglia dei 2°C già nel 2050, anche se venissero rispettati alla lettera.

La strigliata arriva dopo numerosi altri studi che vanno nella stessa direzione, prendendo in esame anche i dati più recenti relativi ai livelli di concentrazione di CO2 in atmosfera, al differenziale di riscaldamento tra superficie terrestre e oceani, alla sopravvalutazione della capacità delle piante di stoccare la CO2 sottraendola all’atmosfera.

 

Gli impegni presi con l'Accordo di Parigi non bastano per restare sotto i 2°CSecondo lo studio di Watson, anche se l’Accordo di Parigi viene implementato correttamente le tonnellate di CO2 immesse in atmosfera saranno comunque troppe. Il livello attuale di emissioni di gas serra stimato dall’Unep è di 54 mld di t l’anno, che entro il 2030 diventerebbero 65 mld di t se non verranno prese misure di alcun tipo. Per centrare l’obiettivo dei 2°C devono essere ridotte a 42 mld di t. Ma la nuova ricerca mette in luce che gli impegni di Parigi non riusciranno a ridurre le emissioni: saranno solo stabilizzate sui livelli attuali. Ciò significa che sforeranno del 33%, ovvero ben 14 mld di t. Stando così le cose, aggiunge lo studio, tenere il riscaldamento globale al di sotto degli 1,5°C è assolutamente impossibile.

La conclusione è che l’asticella degli obiettivi deve essere alzata, e di molto. La prima revisione degli impegni da parte di ciascuna nazione è prevista per il 2018, ma intanto l’Accordo deve prima di tutto entrare in vigore. Per il momento gli Stati che l’hanno ratificato sono 61 (la soglia minima di 55 quindi è stata superata), ma rappresentano soltanto il 47,8% delle emissioni globali, 7 punti sotto il limite richiesto. A breve però si dovrebbe aggiungere anche l’India e, forse, l’Unione Europea, permettendo così l’entrata in vigore dell’Accordo entro la COP22 di Marrakesh del prossimo novembre.