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ILVA: per il WWF un atto dovuto della magistratura

L’associazione ambientalista, che ha da sempre seguito la vicenda, ritiene che quello della Magistratura sia un atto dovuto anche se arrivato con un po’ di ritardo

(Rinnovabili.it) – Riduzione dell’inquinamento e riconversione industriale: sono queste le due azioni chiave che secondo il WWF Italia dovrebbero essere intraprese per contrastare 20 anni di inerzia nella questione dell’ILVA di Taranto, oggi sotto sequestro. Per l’associazione ambientalista, da sempre attenta sugli sviluppi della vicenda, è infatti oggi prioritario adottare, da una parte, tutte quelle misure capaci di garantire la diminuzione delle emissioni e dei carichi inquinanti e, dall’altra, salvare lo stabilimento da un destino segnato, affrontando concretamente il tema della riconversione industriale. Costituitosi parte offesa al processo per l’inquinamento generato dagli impianti dell’ILVA, il WWF Italia nel corso di questo ventennio ha invocato più volte controlli sulla produzione della diossina e prescrizioni per tutelare non solo la città di Taranto e l’intera regione.

La “condanna” dell’ILVA – si legge nella nota stampa diffusa oggi dall’associazione – si chiama morte perché a questo sono destinati quelli che sono continuamente esposti a carichi inquinanti verso i quali ci sono stati interventi tardivi e non ancora sufficientemente efficaci. La magistratura, venti anni dopo l’inizio del caso, ha attuato un atto dovuto dopo lunghissime indagini e perizie. Certamente tutto ciò doveva arrivare ben prima, visto che l’area industriale dell’ILVA è stata dichiarata prima sito a alto rischio ambientale e poi sito di bonifica di interesse nazionale senza che, prima di tutto la proprietà, avviasse un processo di risanamento e riconversione industriale”.

Anche per il Sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, la decisione della magistratura rappresenta lo stimolo per guardare avanti ed essere più ottimisti per il futuro. «Adesso – ha dichiarato in un’intervista a “La Stampa” – dopo aver accertato che quella industria inquinava e produceva morti, possiamo voltare pagina».