L’Onu pubblica il sesto report sulla valutazione dello stato ambientale. E avverte: senza misure protettive andremo incontro a milioni di morti premature entro la metà del secolo
Più di 250 scienziati ed esperti provenienti da oltre 70 paesi hanno collaborato alla stesura del Global Environmental Outlook
(Rinnovabili.it) – Le attività antropiche stanno distruggendo l’ambiente e lo stanno facendo ad un ritmo tale da mettere in pericolo le “fondamenta ecologiche della società” e della salute umana. Questo il referto di oltre 250 scienziati ed esperti, provenienti da più di 70 Paesi, contenuto nel Global Environmental Outlook delle Nazioni Unite. Il rapporto, giunto quest’anno alla sua sesta edizione, è stato lanciato oggi in occasione della terza giornata dell’Assemblea ambientale ONU a Nairobi. Nelle sue oltre 700 pagine dipinge un quadro sconfortante ma già noto, riportando gli ultimi dati sullo stato delle acque, del suolo, dell’aria e della biodiversità. E lanciando uno sguardo al futuro: senza alcuna azione protettiva nei confronti di Madre Natura, nel 2050 andremo incontro a milioni di morte premature.
Un dato su tutti: ogni anno solo l’inquinamento atmosferico provoca 6-7 milioni di vittime e perdite economiche intorno ai 5.000 miliardi di dollari. Entro metà secolo questi numeri aumenteranno vertiginosamente, soprattutto nelle città dell’Asia, del Medio Oriente e dell’Africa (leggi anche Lo smog causa una vittima ogni 5 secondi). Ma i pericoli non arrivano solo dall’aria. Secondo gli autori del Global Environmental Outlook, gli inquinanti chimici riversati nei sistemi d’acqua dolce faranno sì che la resistenza antimicrobica diventi una delle principali cause di morte entro il 2050 mentre crescerà l’impatto degli interferenti endocrini a sul neurosviluppo dei bambini.
Anche i tassi di estinzione delle specie sembrerebbero destinati ad aumentare a un ritmo che potrebbe compromettere la capacità della Terra di soddisfare i bisogni umani. Tra gli invertebrati, ben 42% delle specie terrestre è a rischio estinzione. Il quadro è anche deprimente per i vertebrati: tra il 1970 e il 2014, il numero totale delle popolazioni di specie è diminuito in media del 60% (leggi anche La sesta estinzione di massa è già in atto e l’uomo è la causa).
Secondo gli scienziati solo con un forte impegno su scala globale – che includa drastiche riduzioni delle emissioni di carbonio, miglioramento della gestione delle risorse e riduzione dell’inquinamento – gli esseri umani possono evitare gli effetti peggiori. Ma la finestra d’azione si sta chiudendo velocemente. “La scienza è chiara – ha affermato Joyce Msuya, direttore esecutivo del Programma ambientale dell’ONU (UNEP) – La salute e la prosperità dell’umanità sono direttamente legate allo stato del nostro ambiente. Questo rapporto rappresenta una prospettiva per l’umanità. Siamo ad un bivio: continuiamo sulla strada attuale, che porterà ad un futuro oscuro per l’umanità, o ci concentriamo su un percorso di sviluppo più sostenibile? Questa è la scelta che devono fare i nostri leader politici, ora”.