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Glifosato, terzo stallo: la scelta sarà tutta di Bruxelles

È finita con un nulla di fatto anche questa riunione del Comitato di esperti europei sul glifosato. E fra tre settimane scade l’autorizzazione

Glifosato terzo stallo la scelta sarà tutta di Bruxelles

 

(Rinnovabili.it) – Terzo tentativo, terzo fallimento. Gli esperti in seno al Comitato fitosanitario permanente dell’Unione europea non sono riusciti a raggiungere la maggioranza qualificata nella riunione di stamattina sul glifosato. La sostanza, ritenuta cancerogena dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), è sempre più vicina alla scadenza dell’autorizzazione. Monsanto e le altre grandi aziende che la commercializzano all’interno di centinaia di diserbanti, hanno premuto sulla Commissione europea e gli Stati membri per ottenere il rinnovo del permesso. Tuttavia, finora, alcuni governi dell’Unione – Italia compresa – non se la sono sentita di prendersi la responsabilità politica della decisione. Come spesso è accaduto in passato per le questioni più controverse (ad esempio, l’importazione e la coltivazione di OGM), le scelte difficili sono state rinviate alla Commissione, che, pur criticando l’ignavia degli Stati membri, ha spesso tolto loro le castagne dal fuoco senza attenersi al principio di precauzione.

 

La patata bollente, anche questa volta, torna nelle mani di Bruxelles, che convocherà il 20 giugno un comitato d’appello formato da rappresentanti degli Stati membri. Se anche qui non verrà raggiunta la maggioranza qualificata, l’esecutivo europeo si troverà di fronte un bivio cruciale: adottare la propria proposta di compromesso – cioè allungare l’autorizzazione fino a 18 mesi, in attesa del parere dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) – oppure lasciarla scadere definitivamente il 30 giugno, come chiedono le 2 milioni di persone che hanno sottoscritto una petizione contro il glifosato.

 

Glifosato terzo stallo la scelta sarà tutta di Bruxelles 2Siamo dunque alle battute finali di uno scontro tra società civile e multinazionali dell’agrochimica, due schieramenti in mezzo ai quali il cuscinetto della politica è sempre più compresso. Presi tra l’incudine e il martello, i rappresentanti eletti si trovano una volta tanto sotto il faro dell’opinione pubblica, impossibilitati ad aggirarne la manifesta volontà. Per tentare di convincerli ad approvare il controverso principio attivo, le aziende hanno dato fondo a tutte le loro risorse, mostrando la pesante influenza sul mondo della ricerca e sulle istituzioni scientifiche internazionali. Sia l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che un gruppo di esperti provenienti da OMS e FAO hanno dichiarato la non cancerogenicità del glifosato. In entrambi i casi, è stato evidenziato un alto rischio di conflitto di interessi tra tecnici e imprese. Al momento, questo tentativo di screditare il parere della IARC è fallito. Nei prossimi giorni vedremo in che modo la Commissione europea interpreterà il principio di precauzione che innerva i trattati costitutivi dell’Unione.