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Giappone: chiude la centrale nucleare “sopravvissuta” al disastro di Fukushima

La Tepco ha annunciato la prossima dismissione della centrale Daini di Fukushima, non danneggiata dallo tsunami dal 2011, ma ormai obsoleta e difficilmente convertibile.

fukushima dainiDopo il disastro di Fukushima, il Giappone ha perso il 40% della propria “flotta” di impianti nucleari

 

(Rinnovabili.it) – La Tokyo Electric Power (altrimenti conosciuta come Tepco) ha annunciato l’intenzione di dismettere la centrale nucleare di Fukushima Daini, l’ultimo impianto rimasto attivo nella regione dopo che il terremoto e lo tsunami del 2011 hanno causato la fusione di 3 dei 6 reattori della centrale di Fukushima Daiichi.

 

La Tepco presenterà la proposta di dismissione al proprio consiglio d’amministrazione nei prossimi giorni, anche se non è stata ancora ufficializzata una data certa: la centrale di Fukushima Daini, che si trova a 12 chilometri dall’impianto di Daiichi, non venne danneggiata direttamente dallo tsunami del 2011. Nonostante il blackout seguito al violento terremoto e al conseguente tsunami, le riserve energetiche di Fukushima Daini furono sufficienti a mantenere attivo il sistema di raffreddamento e a evitare il surriscaldamento dei nuclei dei reattori.

 

L’incidente di Fukushima, che causò l’evacuazione di circa 160 mila persone, molte delle quale mai più tornate nella regione, evidenziò falle e ritardi nei protocolli di sicurezza delle centrali nucleari giapponesi e portò alla chiusura preventiva di numerosi impianti.

 

Prima del 2011, in Giappone erano attivi 54 reattori: dopo la chiusura dei 6 reattori di Fukushima Daiichi e la dismissione di altre centrali difficilmente aggiornabili con i nuovi standard di sicurezza, la chiusura delle operazioni dei 4 reattori di Fukushima Daini porterà il Paese nipponico a disporre di “sole” 33 centrali nucleari, di cui appena 8 operativi a pieno regime. Un calo di circa il 40% rispetto alla flotta di reattori attivi prima del disastro di Fukushima che ha portato negli anni il Giappone ad aumentare la propria dipendenza da risorse energetiche provenienti dall’estero come carbone e gas naturale liquido.

 

Con la chiusura dell’impianto di Fukushima Daini, Tepco si troverà a gestire 1 sola centrale nucleare, quello di Kashiwazaki-Kariwa, già al centro di numerose contestazioni da parte delle popolazioni locali.

 

Lo scorso aprile, Tepco ha annunciato l’avvio delle operazioni di recupero di 566 barre di combustibile nucleare dal reattore 3 di Fukushima Daiichi; la stessa operazione dovrà essere ripetuta per il reattore 1 e 2 e la completa dismissione dei nuclei danneggiati dovrebbe essere completata entro il 2023. La totale messa in sicurezza della centrale di Fukushima, tuttavia, è prevista entro i prossimi 40 anni. Nel 2016, una stima governativa prevedeva che i costi di dismissione della centrale di Fukushima Daiichi, di decontaminazione dell’area esposta alle radiazioni e di compensazione per la popolazione avrebbero raggiunto la cifra record di circa 200 miliardi di dollari.

 

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