Cinque ghiacciai del quadrante occidentale si assottigliano di 7 metri l'anno: da soli sono responsabili del 10% dell'innalzamento globale del livello delle acque
(Rinnovabili.it) – E’ di pochi giorni fa la notizia che Polo Nord e Polo Sud hanno perso una superficie di ghiaccio grande 13 volte l’Italia. Gli scienziati dell’NSIDC statunitense spiegavano che il dato più preoccupante è la situazione del clima in Antartide, che in questi ultimi anni aveva dato qualche segno di inversione di tendenza, ricostituendo – sebbene a ritmi lenti – la coltre di ghiaccio marino. Le ultime rilevazioni, invece, mostrano che anche il Polo Sud si sta sciogliendo. Oggi una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters fa luce su cosa sta succedendo in Antartide.
I ricercatori hanno combinato quasi 25 anni di osservazioni satellitari dei ghiacciai del Polo Sud per calcolare l’evoluzione dello strato di ghiaccio che ricopre il continente. Il risultato del loro studio è che l’area dell’Antartide occidentale è la più a rischio: i maggiori ghiacciai della regione si stanno assottigliando di ben 7 metri l’anno. La medesima tendenza colpisce anche la lunghezza delle lingue di ghiaccio, ovvero le propaggini più estreme che toccano l’Oceano.
Il ritmo con cui i ghiacciai si stanno sciogliendo è effettivamente molto rapido. Si tratta in particolare di 5 formazioni – Pine Island, Thwaites, Pope, Smith e Kohler – che si gettano tutte nel mare di Amundsen. Questo fenomeno è un enorme contributo all’innalzamento del livello degli oceani. In questo momento, i ghiacciai stanno perdendo dai 120 ai 140 miliardi di tonnellate di ghiaccio nell’oceano ogni anno. I ricercatori hanno calcolato che la quantità, a livello globale, è sufficiente per alzare la superficie dei mari di 0,34-0,4 mm annui: il 10% del totale mondiale.
Gli scienziati evidenziano poi fenomeni più di lungo periodo. Più il ghiaccio si scioglie in mare, più le temperature dell’acqua aumentano. A sua volta, l’acqua marina più calda scioglie più rapidamente le estremità dei ghiacciai, aumentandone la velocità. Così anche la parte sulla terraferma inizia a scivolare velocemente verso il mare. Un processo che si autoalimenta e che le precipitazioni nevose non riescono assolutamente ad arginare.