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L’acqua dolce in fuga dall’Artico paralizza l’oceano Atlantico

Lo scioglimento dei ghiacci in Artico porta un eccesso di acqua dolce nell'Oceano Atlantico settentrionale, alterando le correnti che regolano il clima globale

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La fusione dell’Artico altera la circolazione delle acque oceaniche

 

(Rinnovabili.it) – Studiando una zona remota dell’Oceano Atlantico settentrionale, alcuni scienziati hanno trovato nuove prove che l’acqua dolce, finita in mare con lo scioglimento progressivo dei ghiacci della Groenlandia o dell’Artico, starebbe già alterando il meccanismo che regola la circolazione globale delle acque oceaniche.

Normalmente le acque superficiali che viaggiano verso il nord diventano più fredde e dense, scendendo verso il basso e tornando a sud, verso l’Antartide, tramite correnti che scorrono a profondità estreme. Questo processo di inabissamento, dalle dinamiche simili a quelle di un nastro trasportatore, è chiamato convezione. Il problema è che troppa acqua dolce in superficie potrebbe generare interferenze, perché, essendo meno salata, perde densità e non affonda facilmente.

Nella loro nuova ricerca, gli esperti tedeschi del Centro Helmholtz per la ricerca oceanica GEOMAR, hanno rilevato infatti che dopo estati particolarmente calde nel remoto Mare di Irminger, durante l’inverno la convezione tendeva ad essere più difficoltosa. In alcuni casi, uno strato di acqua dolce derivante dalla fusione dei ghiacci è rimasto in superficie anche nell’anno successivo, invece di svanire nelle profondità.

 

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“Fino ad ora, i modelli avevano predetto qualcosa di simile per il futuro, ma era qualcosa che sembrava molto distante – ha detto Marilena Oltmanns, scienziata che ha guidato la ricerca pubblicata su Nature Climate Change – Tuttavia, con queste osservazioni abbiamo scoperto che in realtà l’acqua dolce sta già influenzando la convezione, e in alcuni anni la di ritarda molto”.

La circolazione oceanica è importante perché periodicamente porta acqua più calda nell’emisfero boreale, temperando il clima delle latitudini più elevate, in particolare dell’Europa. Per gli scienziati rappresenta un potenziale punto debole nel sistema climatico, perché un cambiamento nelle sue dinamiche potrebbe innescare trasformazioni drammatiche in breve tempo. Un arresto dei movimenti convettivi nei prossimi decenni potrebbe causare un brusco abbassamento delle temperature nelle località costiere del nord Atlantico, con effetti a catena sul sistema climatico.