Riconosciuta la gravità dell'incidente accaduto a Fukushima la scorsa settimana il Governo giapponese aiuterà le operazioni di decontaminazione delle acque radioattive.
(Rinnovabili.it) – Nuove tensioni a Fukushima, dove la fuoriuscita di 300 tonnellate di liquido radioattivo ha portato la Nuclear Regulation Authority a lanciare un allarme di livello compreso tra 1 a 3. Ne danno notizia le agenzie di stampa giapponesi, ricordando che il livello 3 corrisponde a “incidente grave” e richiamando la Tepco, che gestisce l’impianto.
La scorsa settimana, appena accaduto l’incidente, la gravità dell’accaduto venne fermata al livello 1, ovvero semplice anomalia, ma oggi la perdita radioattiva viene riconosciuta come livello 3.
Per affrontare l’emergenza il Governo giapponese ha messo a disposizione i fondi di bilancio statali che saranno impiegati per la decontaminazione della acque. Il processo, per una spesa di circa 3,5 miliardi di dollari, avrebbe dovuto gestirlo la Tepco ma passerà nelle mani del Governo per affrettare le manovre e contenere i danni.
Visitando l’impianto nucleare danneggiato dallo tsunami il Ministro giapponese del Commercio e dell’Industria Toshimitsu Motegi ha ritenuto necessario l’intervento dello Stato e di una task force che sappia gestire le esigenze di risanamento dell’impianto.
Durante una conferenza il capo di gabinetto Yoshihide Suga ha dichiarato “E’ necessario che il paese si faccia avanti e offra il sostegno necessario per risolvere il problema e prevenirne di nuovi”.
Per limitare i danni e arginare il problema anche la Russia ha offerto il proprio aiuto. “Nel nostro settore nucleare globalizzato non si verificano incidenti nazionali, sono tutti internazionali”, ha detto vice direttore generale della Rosenergoatom Vladimir Asmolov. Dalla Russia arriva anche il suggerimento di non utilizzare nuovamente tecnologia di raffreddamento giapponese visti i danni causati.
Offerte di aiuto arrivano anche da Francia e Stati Uniti mentre il ministro degli Esteri Fumio Kishida ha deciso di recarsi in Ucraina per vedere in prima persona come è stato gestito l’incidente nucleare più grave dell’ultimo trentennio. Durante la sua visita alla centrale nucleare di Chernobyl Kishida ha ammesso che dopo ben 27 anni “la lotta per contenere l’incidente continua ancora” e affermato che l’esempio ucraino servirà come punto di riferimento per i lavoratori alle prese con i problemi legati al recente incidente avvenuto a Fukushima.