Rinnovabili • Rinnovabili •

Fracking: le emissioni di metano sono ampiamente sottostimate

I futuri tagli alle emissioni del settore petrolifero e del gas dimenticano 1 milione di pozzi del fracking da cui escono quantità di metano ben superiori alle attese

Fracking le emissioni di metano sono ampiamente sottostimate

 

(Rinnovabili.it) – Il boom del gas naturale provocato dal fracking negli Stati Uniti starebbe generando molte più emissioni di gas serra rispetto alle stime dell’Agenzia di protezione ambientale (EPA). Sono le conclusioni di un nuovo studio coordinato dall’Environmental Defense Fund, che ha riunito 11 team di ricerca i quali hanno esaminato le operazioni di fracking nel Barnett Shale, una zona ricca di petrolio e gas naturale nel Nord Texas. Gli esperti hanno scoperto che trivellazioni provocano fughe di metano oltre il 50 per cento superiori a quelle conteggiate dall’EPA, il che significa che le valutazioni dell’Agenzia nazionale sono sbagliate, con ogni probabilità, anche negli altri casi.

Molte preoccupazioni circondano l’estrazione del gas naturale, da tempo accusate di favorire perdite di metano, cui si sommano quelle che avvengono durante le operazioni di trasporto. Anche se si tratta di un gas che rimane in atmosfera per un minor lasso di tempo rispetto alla CO2, il suo contributo al cambiamento climatico su un periodo di 20 anni è 86 volte maggiore.

 

Fracking le emissioni di metano sono ampiamente sottostimate _

 

La ricerca ricalca e conferma le conclusioni di lavori precedenti, che hanno già dimostrato come le stime dell’EPA siano inattendibili. Se l’Agenzia ha intenzione di valutare seriamente le emissioni di metano, deve necessariamente calcolare le anomalie che non registra, senza dare per scontato che tutte le aziende operino nel rispetto delle normative più stringenti.

In realtà, sta lavorando per scrivere nuove regole che possano ridurre al minimo le fughe di metano dai pozzi. Il progetto fa parte del più ampio piano d’azione sul clima di Obama. Il regolamento, tuttavia, non terrà conto di oltre un milione di pozzi attualmente in funzione, cosa che preoccupa non poco il mondo dell’ambientalismo. L’EPA non ha ancora chiarito esattamente la natura di questo pacchetto normativo: quel che si sa è stato già detto a gennaio dall’amministrazione, che ha fissato un obiettivo di riduzione delle emissioni di metano dal settore petrolifero e del gas di un 40-45% rispetto ai livelli 2012. Un target molto difficile da raggiungere se si calcolano quelle relative a pochissimi pozzi in tutta la nazione.