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Follia peruviana, 280 km di autostrada in piena Amazzonia

Una nuova legge apre allo sviluppo infrastrutturale in un'area dell'Amazzonia peruviana ricca di biodiversità dove vivono tribù indigene isolate

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Il Perù approva un nuovo piano di deforestazione dell’Amazzonia

 

(Rinnovabili.it) – In mezzo all’Amazzonia peruviana la quiete sta per essere rotta da un nuovo grande progetto infrastrutturale. In Gazzetta Ufficiale è infatti stata da poco pubblicata la legge che dichiara «prioritaria e di interesse nazionale la costruzione di strade nelle zone di frontiera», una norma che permetterà di disboscare e cementificare una parte di foresta pluviale remota e incontaminata nella zona di Purus, ai confini con il Brasile. In questa selva vivono numerose specie animali e vegetali, oltre che alcune tribù indigene che hanno avuto pochissimi contatti con la società.

In un discorso nella città di Puerto Maldonado, venerdì scorso, papa Bergoglio si è scagliato contro «la pressione esercitata da grandi interessi economici» che stanno distruggendo un habitat naturale vitale per l’intero pianeta. Ma le raccomandazioni del pontefice non hanno trovato alcuna sponda nel governo e nel Congresso peruviano, che ha risposto pubblicando la nuova legge per lo sviluppo infrastrutturale in Amazzonia. Secondo Laura Furones, della ONG Global Witness «questa legge si fa beffe degli impegni per il cambiamento climatico in Perù e della recente visita del papa».

 

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L’area oggetto dell’intervento comprende quattro parchi nazionali e potrebbe interessare cinque riserve di popolazioni indigene che vivono in isolamento. La rete viaria, inclusa l’autostrada principale di 277 km che collega Puerto Esperanza e Iñapari al confine con il Brasile, potrebbe causare la deforestazione di 2.750 km quadrati di Amazzonia. Sì, perché la costruzione di simili infrastrutture è una delle prime cause della deforestazione. Come spiega l’Environmental Investigation Agency peruviana, il 95% dei tagli avviene a meno di 6 km da una strada. Secondo l’agenzia la nuova legge va in contrasto con una sentenza che protegge la foresta nell’interesse nazionale. Non solo, ma sarebbe in contraddizione anche con diversi impegni internazionali assunti dal paese, come l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e gli accordi commerciali con Stati Uniti e Unione Europea.