Il governatore repubblicano Rick Scott ha proibito ai funzionari ambientali di usare termini come "riscaldamento globale" o “cambiamento climatico”
(Rinnovabili.it) – Vietato parlare di riscaldamento globale. Proibito usare il termine “cambiamento climatico”. Sono le direttive del governatore della Florida, il repubblicano Rick Scott, che ha intimato agli impiegati del Dipartimento statale di Protezione Ambientale di cercare dei sinonimi meno “preoccupanti” quando comunicano in pubblico.
Il tentativo di nascondere l’evidenza è stato smascherato da un rapporto del Florida Center for Investigative Reporting. Gli ambientalisti lo hanno impugnato per biasimare il governatore, tacciandolo di adottare strategie da Grande Fratello orwelliano. Rimuovere dal vocabolario pubblico i veri termini che inquadrano la gravità di un fenomeno «non è solo imbarazzante, ma anche molto preoccupante», commenta David Hastings, professore di Scienze marine presso l’Eckerd College di St. Petersburg, sulla costa occidentale della Florida.
L’ufficio di Rick Scott ha negato l’esistenza di una direttiva che vietasse l’uso delle parole global warming e climate change. Ma le smentite vengono sommerse da una raffica di conferme, ottenute dal Florida Center for Investigative Reporting, che ha intervistato diversi ex dipendenti dell’agenzia. Altre riprove vengono dall’avvocato Cristopher Byrd, che ha lavorato nel Dipartimento di Protezione Ambientale dal 2008 al 2013. Byrd spiega che non sono soltanto i due termini più diffusi nel vocabolario dei mutamenti climatici ad essere banditi da una regola non scritta. Non si può parlare nemmeno di “innalzamento del livello del mare” e “sostenibilità”. Meglio sostituire il primo con l’eufemismo “resilienza costiera”.
Il divieto è iniziato dopo l’elezione di Scott, che aveva contestato l’impatto umano sul cambiamento climatico durante la sua campagna 2010, secondo il rapporto. Le preoccupazioni per i cambiamenti climatici sono infatti ampiamente espresse dai ricercatori, ma messe in dubbio dai repubblicani conservatori, che si oppongono ai controlli sulle emissioni di carbonio.
Harvey Ruvin, che ha presieduto una task force sull’innalzamento del livello marino a Miami la quale ha consegnato le sue conclusioni dello scorso anno, ha spiegato che è molto importante per la Florida mettere da parte i giochi politici sulla questione del cambiamento climatico. Lo Stato vanta circa 1.600 chilometri di coste, e l’innalzamento del livello dei mari potrebbe incidere pesantemente sulla sicurezza della popolazione.
«Sarebbe molto bello se potessimo risolvere i problemi semplicemente eliminando i loro nomi dal dizionario», ha dichiarato.